Medici all'estero per fare formazione sui cadaveri
"Ogni anno vi sono circa duemila studenti e chirurghi italiani che devono andare all’estero per fare formazione anatomica su cadaveri. E questo limita la formazione dei giovani chirurghi italiani. A l...

"Ogni anno vi sono circa duemila studenti e chirurghi italiani che devono andare all’estero per fare formazione anatomica su cadaveri. E questo limita la formazione dei giovani chirurghi italiani. A lungo andare, poi, questo fenomeno può anche favorire la fuga dei cervelli. In Italia, però, non vi è ancora una legge che consenta di fare formazione su cadaveri". Il tema è emerso in apertura del III Corso nazionale di Chirurgia della Spalla e del Gomito della Sicseg (Società Italia di chirurgia della Spalla e del Gomito), in corso fino a sabato a San Patrignano, organizzato dal prof.Giuseppe Porcellini e dalla sua equipe, in forze all’Unità Operativa di Chirurgia della Spalla e del Gomito dell’Ospedale ‘Cervesi’ di Cattolica. Il prof.Giovanni Mazzotti, ordinario di Anatomia all’ Università di Bologna, in una lezione tecnica sulle ultime frontiere della chirurgia ha osservato che "in Italia siamo molto avanti dal punto di vista clinico-chirurgico, ma potremmo migliorare dal punto di vista formativo". Infatti "in Italia é impossibile operare su cadaveri, cosa che invece si può fare all’estero. In Italia la legge non lo consente". Ragion per cui "ogni anno circa duemila giovani chirurghi devono andare all’ estero per fare formazione su cadaveri". E questo, oltre a rappresentare un corso, diventa anche un elemento che potenzialmente favorisce poi l’emigrazione dei cervelli.