Murales transgender imbrattato: Fabbri in aula con tunica e crocifisso
Ho creato arte su arte

Davide Fabbri, 58 anni di Cervia, noto per le sue iniziative controverse, è comparso in tribunale vestito con una tunica bianca e un crocifisso, assistito dall’avvocata Tiziana Teodosio. È accusato di aver imbrattato il murale “L’uomo che allatta il bambino” a Rimini, raffigurante una donna transgender che allatta un neonato, opera che aveva suscitato diverse polemiche. Fabbri in aula ha dichiarato di assumersi la “responsabilità spirituale dell’atto”, ma non quella materiale.
La sua legale respinge le etichette di omofobo e retrogrado nei confronti del suo assistito e annuncia nelle prossime udienze – la prima in programma è il 9 gennaio 2024 – l’audizione di diversi testimoni, tra i quali Vladimir Luxuria e Vittorio Sgarbi.
La difesa ribalta l’accusa, chiamando in causa l’amministrazione comunale, accusata di “voler trovare un capro espiatorio”.
“In passato Fabbri aveva accusato il Comune di non esere stato vigile su tematiche importanti, come la sicurezza. Sul caso in questione il Comune rivendica l’autorizzazione di un’opera che non è un’opera, ma un plagio di un’opera fotografica famosa, divulgata e strumentalizzata”.
Secondo la legale di Fabbri, il Comune doveva fare una corretta campagna informativa sul murale: “Trattare con pressapochismo tematiche delicate crea l’effetto contrario, crea polemiche. La mancanza del Comune non può essere fatta pagare a un cittadino. Spiegando il senso dell’opera, e io stessa ho fatto esperimenti, facendo capire cosa rappresenta, si avrebbero avuto reazione diverse. Si sarebbe capito che non era rappresentato un uomo che allattava, ma una donna transgender che si avviava al cambiamento di sesso”.