Netanyahu non cede alle proteste: "Avanti con l’offensiva"
A Tel Aviv e Gerusalemme cresce la piazza contro la guerra. Bloccate autostrade, assedio alla sede del governo

Monta la protesta in Israele contro la gestione della guerra a Gaza. Migliaia di manifestanti hanno bloccato alcune delle principali arterie del Paese e assediato la sede del governo a Gerusalemme, così come le abitazioni di alcuni ministri. Nel mirino della piazza ci sono i bombardamenti che hanno provocato oggi altri 75 morti nella Striscia, oltre alla sorte degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.
Nonostante la pressione interna, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha riunito il Gabinetto di sicurezza confermando la linea dura: nessuna tregua e avanti con l’offensiva. Riguardo all’attacco all’ospedale Nasser di Khan Younis, in cui sono rimasti uccisi giornalisti, medici e civili, l’esercito israeliano (Idf) ha dichiarato di aver identificato tra le 21 vittime sei membri di Hamas, compreso un combattente coinvolto nelle stragi del 7 ottobre 2023.
Sul fronte internazionale, resta lo stallo diplomatico. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha frenato sul riconoscimento dello Stato palestinese, mentre a Washington il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha accusato i «governi occidentali di sinistra» di non sostenere abbastanza Israele.
Intanto, dal Patriarcato latino di Gerusalemme e dal Patriarcato greco-ortodosso giunge un appello: «Non lasceremo Gaza, clero e suore rimarranno. Andarsene sarebbe una condanna a morte», hanno dichiarato il cardinale Pierbattista Pizzaballa e il patriarca Teofilo III.