Rimini Calcio: l'amarcord dell'ex biancorosso Marcello Marchi, un leone come Alex Zanardi
[media id="130"]Ad assistere a Rimini – Classe c’era anche Marcello Marchi, classe 1955, uno dei biancorossi entrato nella storia del club: col Rimini centrò due storiche promozioni in serie B: nel 19...

Ad assistere a Rimini – Classe c’era anche Marcello Marchi, classe 1955, uno dei biancorossi entrato nella storia del club: col Rimini centrò due storiche promozioni in serie B: nel 1975-1976, la prima in cadetteria, la seconda nel 1979-80 con Maurizio Bruno allenatore. Per lui complessivamente 114 presenze e 6 reti. Giunto a Rimini non ancora ventenne, proveniente dal Foggia in cui non riesce a trovare spazio nella massima serie, Marchi si rivela un prezioso jolly di centrocampo e buon cursore, impiegato sovente anche con mansioni di terzino (curiosi i suoi molteplici numeri di maglia nel 75/76 con Meucci). E’ stato una delle tante scoperte del ds Rino Cavalcanti. Marchi ha giocato anche nella Sambenedettese, ha chiuso la carriera nella Sanremese. Poi è sceso nei dilettanti. Ha vestito la casacca della Porrettana, la squadra del suo paese (lo stesso di Pierpaolo Bisoli, il mister del Padova) con cui ha vinto il campionato di Prima categoria. Ha avuto anche l’onore di far parte della Nazionale Militare. Leggete l’undici: Copparoni, Nobile, Cabrini; Marchi (Zuccheri), Pallavicini, Manfredonia; Paolo Rossi, Roselli, Muraro, Castronaro, Palanca.
“A 40 anni ho smesso: mi scocciava farmi prendere per i fondelli da quelli di vent’anni” commenta Marcello al fianco di Walter Berlini e di Giordano Cinquetti, suoi compagni di squadra ai tempi della promozione in serie B. Giustamente il presidente Giorgio Grassi lo ha voluto ricordare e alla fine del primo tempo gli ha donato la maglia numero 8.
Di corporatura slanciata, con la sua tipica andatura dinoccolata e gli immancabili calzettoni abbassati, seminava scompiglio tra le difese avversarie. Ricordando le sue scorribande fa un certo effetto vederlo su una sedia a rotelle.
La vita di Marchi è cambiata a fine agosto dell’anno scorso. “Mentre camminavo in strada, a Porretta, mi sono accasciato al suolo in maniera improvvisa – racconta – . Ha cercato di rialzarmi per raggiungere casa della sorella poco distante, ma dopo poco mi sono dovuto arrendere. Non sentivo più le gambe. Sono stato portato all’ospedale locale e poi trasferito al Maggiore di Bologna dopo che i medici hanno capito la gravità della situazione”.
Che cosa è successo? Qual è stata la dignosi?
“Mi ha colpito una ischemia bilaterale delle due gambe con trombosi dell’aorta – è ancora Marchi a parlare – Una gamba mi è stata amputata il 15 novembre, un’altra dopo inutili tentativi di salvarla in camera iperbarica il 19 marzo. Nella disgrazia mi è andata bene: sono fortunato ad essere in vita, almeno così mi hanno assicurato gli specialisti. Me ne sono fatto una ragione, affronto la vita di tutti i giorni con coraggio. Come il pilota Alex Zanardi con cui ho fatto conoscenza, uso le protesi anche se non è semplice”.
Rimini è rimasta nel cuore a Marcello Marchi: qui ha giocato per cinque stagioni vincendo due campionati, ha avuto allenatori Angelillo, Meucci, Herrera, Becchetti, Bagnoli, Bruno. Bei tempi e non solo per le soddisfazioni sportive. La sua chioma di capelli neri è ora bianca, ma il sorriso è quello di un tempo e così la sua simpatia contagiosa, la voglia di sorridere. E di vivere.
Stefano Ferri