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Crollati oltre 2 mila pini marittimi, danni a case e cose per 2 milioni di euro: la Regione chiede lo stato di emergenza

Una donna ferita dalla caduta di un albero in pineta: interventi tempestivi, l'estate cervese è ancora salva

A cura di Redazione
10 luglio 2019 19:43
Crollati oltre 2 mila pini marittimi, danni a case e cose per 2 milioni di euro: la Regione chiede lo stato di emergenza -
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di Francesca Valente
Il tempo sta cambiando e i suoi effetti sono sotto gli occhi di tutti. L’attenzione è sempre più alta e le risorse non fanno che passare dalla prevenzione alla ricostruzione, per limitare i danni al minimo, fin dove possibile. Ma «non sempre possiamo prevedere le conseguenze, per questo è importante farci trovare pronti».Il sindaco di Cervia Massimo Medri non lascia indietro nemmeno una virgola dell’elenco dei danni inflitti al territorio comunale dallatromba marina che questa mattina (mercoledì 10 luglio) alle 9.15 è infranta sulla riviera di Milano Marittima, abbattendo centinaia di pini e provocando danni alle cose e alle case per oltre 2 milioni di euro finora stimati. Si è trattato di un «evento straordinario, del tutto nuovo alle nostre zone, una tromba d’aria marina con forti correnti discensionali che partendo dall’Adriatico si è inserita nel primo tratto di spiaggia, fino a esaurirsi».

L’impressione per un fenomeno simile anche sulle coste romagnole è stata tanta: la forza dell’aria e dell’acqua hanno fatto crollare a terra oltre 2 mila pini marittimi di cui 600 nei viali, 500 in un parco naturale, mille in pineta e un centinaio in aree private. Patrimonio che «andrà prontamente essere ricostituito nei prossimi mesi» e che fa parte delle oltre 120 mila unità di alberi presenti nel Cervese. Cinque le concessioni balneari danneggiate, ma che grazie alla pronta risposta di oltre 200 uominidi vigili del fuoco, forze dell’ordine (carabinieri e carabinieri forestali con 2 squadre da Cesenatico, polizia municipale) e protezione civile (divisi 25 squadre con 30 mezzi), ma anche comuni cittadini saranno riaperte già dalla giornata di domani. A loro la riconoscenza personale dell’assessore regionale Paola Gazzolo.

Molti tronchi e rami che intasavano gli accessi a case e strutture ricettive sono già stati rimossi, altri in viale Matteotti e viale 2 Giugno saranno tolti nelle prossime ore. Danni anche al circolo tennis del parco naturale e a una decina di edifici privati danneggiati (questi almeno quelli segnalati finora): sette persone sono state alloggiate in alberghi per permettere ai preposti di verificare le lesioni alle loro abitazioni. Non ci sono invece problemi alle condutture di acqua né gas. La linea ferroviaria è tornata in funzione dopo l’interruzione conseguente alla caduta di un albero sulla linea elettrica, che ha interrotto l’erogazione della corrente.

Solo una persona risulta attualmente ferita in conseguenza al maltempo: si tratta di una donna che stava passeggiando in una pineta a Milano Marittima e che è rimasta ferita per la caduta di un pino. Le sue condizioni non sono gravi: attualmente si trova ricoverata all’ospedale Bufalini di Cesena. «Voglio augurare alla signora una pronta guarigione eringraziare tutti per l’impegno profuso», conclude il primo cittadino, «quasi tutto è già tornato alla normalità grazie al contributo di molti, a cui va il mio sentito ringraziamento». Si accoda subito Gazzolo informando che «ho avvisato il capo del dipartimento di Protezione civile Angelo Borrelli della tromba d’aria che ha colpito oggi il Cervese ed è già stato fatto un primo sopralluogo per avviare iter per richiedere lo status di emergenza. Anche i cittadini hanno dato una mano, grande laboriosità dimostrata in questa giornata»

Presente anche il presidente di Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, arrivato anche per constatare di persona i danni subiti dalla riviera cervese: «Non spaventatevi», la sua immediata sollecitazione, «la stagione e le vacanze qui sono salve. I cambiamenti climatici stanno mettendo sempre più a rischio l’incolumità delle persone, per questo mando un abbraccio alla persona ferita. Ma di fronte ai danni alle cose dobbiamo fare un comune sforzo gigantesco e lo dico al governo, come alla conferenza delle regioni, perché le politiche di sostenibilità siano al primo posto. Chiediamo subito l’estensione dello stato di emergenza: siamo una Regione velocissima a presentare l’iter, quindi censite tutto, anche i danni privati che non sarebbero di nostra competenza. La Regione vi darà una mano anche con risorse proprie: lunedì in giunta annunceremo l’ammontare». Il pensiero non è potuto che andare al Veneto e in particolare al Bellunese, dove il 29 ottobre la tempesta Vaia si è abbattuta con una furia incontenibile, provocando la caduta di migliaia di alberi sulle Dolomiti. Uno scenario che torna a ripetersi, anche se a decine di chilometri di distanza.

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