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Vandali in azione: Rocca di Maioletto al buio, distrutti i fari di illuminazione

Ignoti si sono divertiti a rompere tutti 6 i fari che illuminavano le mura del Castello

A cura di Redazione
30 agosto 2019 08:41
Vandali in azione: Rocca di Maioletto al buio, distrutti i fari di illuminazione -
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Da circa dieci giorni la Rocca di Maioletto è al buio a causa di atti vandalici. La Rocca si trova in Valmarecchia ed è una bellezza naturale e storica che circonda la vallata, soprattutto di notte quando sei fari la illuminano dando un tocco di eleganza suggestiva a tutta la Valmarecchia. Il Sindaco Macello Fattori ha riferito alla nostra redazione che la Rocca di Maioletto è al buio perché ignoti vandali si sono divertiti a rompere tutti i sei fari che la illuminavano. I tecnici hanno fatto un sopralluogo constatando l'atto vandalico. "Il divertimento non so dov’è" dice il Sindaco "il danno si aggirerà intorno a qualche migliaio di euro. Visto il periodo di ferie ancora non abbiamo fatto una valutazione precisa." Il sindaco ha anche detto che vista la sfortunata situazione, si potrebbe cogliere l'occasione per sostiture i sei fari con una illuminazione a led. "E pensare" conclude sconsolato il primo cittadino "che la Rocca non è raggiungibile con i mezzi di trasporto, ma bisogna farsi una bella scorta di energia per salire lungo l’impervio sentiero dove a tratti si trovano delle corde per aiutarsi a salire, per cui i vandali si sono proprio organizzati bene…"

Cenni storici

Il castello di Maiolo (oggi Maioletto) in passato era molto importante per la sua posizione strategica che dominava la valle.

Appartenne alla Chiesa, ai conti di Faggiola di Casteldelci, ai conti Montefeltro di San Leo, ai Malatesta di Rimini fino al Ducato di Urbino. Infine nel 1631 passò sotto il dominio dello Stato Pontificio.

Nel 1647, un fulmine colpì la rocca di Maiolo, più precisamente l'edificio che conteneva la polveriera, distruggendo così parte della muraglia e la strada che conduceva al forte.

Tra il 29 e il 30 maggio del 1700, il paese fu distrutto da una gigantesca frana dovuta all'incessante pioggia durata due giorni consecutivi che distrusse quasi tutto il borgo fortificato. La frana colpì la parte superiore e inferiore del monte con crollo di massi e smottamenti del castello. Rimase intatta solo la chiesetta di San Rocco perchè si trovava sulla pendice sinistra del monte.

Per quanto riguarda la leggenda, si pensa che il tragico evento sia stata una punizione divina per i "balli angelici" (balli pagani orgiastici) che si svolgevano nel castello, ai quali partecipavano abitanti e castellani, balli che si tenevano in tempo di Quaresima.

Così, la fantasia popolare dell'epoca, dopo la distruzione del paese tramutò la natura di quelle feste spensierate in "balli angelici", attribuendo a questi la colpa della tragedia.

La popolazione sopravvissuta si spostò nella parte sottostante della Valmarecchia, a Maioletto e alla Serra, dove oggi sorge Maiolo, che ereditò il nome dal paese andato distrutto.

La rupe dove sorgeva il castello prese il nome della Rocca di Maioletto dalla piccola località posta tra la rupe stesa e la Serra dove era sorto, nel frattempo, il paese di Maiolo.

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