Processo Shalabayeva, condannato l'ex questore di Rimini Maurizio Improta
Era finito tra gli imputati per il sequestro della moglie del dissidente Ablyazov e della figlia

Il tribunale di Perugia ha condannato in primo grado dopo 8 ore di camera di consiglio gli imputati nel processo relativo al sequestro con relativa espulsione dall'Italia di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov, e della loro figlia minorenne. Cinque anni di reclusione all'ex capo della squadra mobile di Roma Renato Cortese, ora questore di Palermo, e a Maurizio Improta, ex questore di Riminiall'epoca dei fatti responsabile dell'ufficio immigrazione e ora a capo della Polfer. Il processo era iniziato a settembre del 2019.
Per Improta, Cortese e i due poliziotto Stampacchia e Armeni è stata disposta l'interdizione dai pubblici uffici. Cortese, Armeni, Stampacchia, Tramma, Leoni e Improta sono stati riconosciuti responsabili di sequestro di persona nei confronti di Shalabayeva e della figlia, all'epoca di sei anni. Assolta per questo reato invece il giudice Lavore. Il tribunale ha anche disposto l'assoluzione degli imputati per una decina dei 20 capid'accusa contestati relativi a presunti episodi di falso ideologico, abuso e omissione di atti d'ufficio. Tutti sono stati condannati per sequestro di persona.