Venditrice a processo per magliette contraffatte di squadre di calcio
La linea difensiva tende a evidenziare che il materiale sequestrato sia stato venduto in buona fede


Nel luglio 2017 la Guardia di Finanza di Rimini diede esecuzione ad un'operazione finalizzata al contrasto della vendita di capi di abbigliamento e accessori con marchi contraffatti, effettuando sequestri in diverse attività del lungomare di Rimini e Bellaria Igea Marina. Nei guai finì anche una 45enne di nazionalità cinese, titolare di un magazzino a Bellaria Igea Marina, a cui fu sequestrata una partita di 252 magliette di squadre da calcio non originali. La donna, difesa dall'avvocato Paolo Ghiselli, oggi è a processo con le accuse di contraffazione e ricettazione, per aver messo in vendita quelle magliette, palesi imitazioni delle divise originali, che si presuppone oggetto di reato (la contraffazione, appunto). La linea difensiva tende a evidenziare che il materiale sequestrato sia stato venduto in buona fede, dopo essere stato acquistato, con regolari fatture, da una ditta di Rimini, e che è impossibile ingannare l'acquirente. In primis, per l'etichetta con l'avvertenza sulla non conformità del prodotto a quello originale, etichette che non costituivano riproduzioni di quelle degli sponsor tecnici calcistici; in secondo luogo per il prezzo molto basso, a indicare che non si poteva trattare di materiale originale. Il processo è stato aggiornato al prossimo 3 settembre: nell'udienza sarà sentita la donna, affiancata da un interprete, concesso su richiesta della difesa, visto che l'imputata non parla correttamente l'italiano.