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San Mauro Pascoli: continua la mobilitazione per fermare il maxi allevamento polli

Nella puntata di Presa diretta del 29 marzo emergono ipotesi preoccupanti a riguardo degli allevamenti intensivi

A cura di Redazione
30 marzo 2021 10:51
San Mauro Pascoli: continua la mobilitazione per fermare il maxi allevamento polli -
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di Monia Sebastiani

San Mauro Pascoli. Il nuovo maxi allevamento fa discutere l'opinione pubblica. I cittadini sollecitano un confronto con la parte politica, in Europa febbre suina e aviaria fanno di nuovo paura

Allevamenti intensivi e nuove possibili pandemie. Nella puntata di Presa diretta del 29 marzo emergono ipotesi preoccupanti a riguardo.

Intanto a San Mauro continua la mobilitazione dei cittadini per fermare il progetto del sito avicolo.

Il progetto Un milione e mezzo di animali. Un milione e mezzo scritto a lettere, per rendere, ancora meglio, l’idea delle dimensioni che il maxi allevamento di polli in progetto a San Mauro Pascoli avrà.

Già, perché, a differenza di quello che nei giorni scorsi in molti avevano sperato, dopo le dichiarazioni della società agricola Circuito Verde, i numeri non cambieranno. Non ci sarà, infatti, nessun ridimensionamento della superficie, né tantomeno dei capi che si andranno ad allevare annualmente.  

Un esponente del comitato “Lasciateci Respirare”, nato per le forti preoccupazioni di alcuni cittadini sammauresi  riguardo all’impatto che l’allevamento avrà su salute, ambiente e territorio, cerca far luce, dando qualche ragguaglio sulla questione.

Da quanto apprendiamo l’unica differenza sostanziale riguarderà la tipologia di razze allevabili all’interno dello stabile. Non più, quindi, solo “pollo da carne broiler” (ovvero, quello a rapido accrescimento, che permette al consumatore di poter acquistare carne a prezzi stracciati) ma anche capponi, faraone e polli a collo nudo,gallo livornese che per loro natura hanno necessità di spazio e di tempi diverse. Tutto questo a loro piacimento, senza dover comunicare nulla agli enti competenti e nemmeno sono sottoposti ad una nuova procedura di VIA (valutazione impatto ambinetale)

La superficie che l’allevamento occuperà rimane invariata, ovvero 14.700 mq. Così come, appunto si diceva, il numero di capi che sarà possibile tenere a gruppi di 250.000 (294.000)come cita il provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR) unità, per un totale di 5/6 cicli annui; il quale comprende tra l’altro anche i maiali.

Sono cifre enormi. Cifre che hanno destato più di una preoccupazione nei cittadini di San Mauro e, non meno, quelli delle zone limitrofe. Il comune di Bellaria Igea-Marina non è nemmeno stato invitato a partecipare alla conferenza dei servizi nonostante disti a circa a 800 metri dal sito e che con la sua spiaggia raggiunge la distanza di soli 3,5 km.

Impatto ambientale Il sito in questione dista soltanto un paio di km dal centro urbano, ragion per cui sembra abbastanza improbabile che l’azienda riesca ad evitare, come promesso, che l’odore che gli animali produrranno si diffonda, arrivando sino alle abitazioni dei residenti.

Questo genere di impianti ha, inoltre, un impatto altamente dannoso sul territorio circostante e sulla salute dei cittadini.(classificato come industria insalubre di prima categoria) Nel caso specifico, stando ai numeri che abbiamo al vaglio, quello di San Mauro produrrà, all’incirca, 9.702 tonnellate annue di ammoniaca e 7,305 tonnellate annue di polveri sottili, derivanti principalmente dalle deiezioni degli animali.

La vallata di San Mauro è caratterizzata da numerose e fiorenti colture orticole, che costituiscono una delle principali fonti di reddito della zona. La dispersione di tali residui in aria potrebbe causare seri danni all’economia del luogo e compromettere il lavoro di decine e decine di agricoltori.

Allevamenti intensivi e virus Il periodo che stiamo subendo, caratterizzato da una pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo intero, fa riflettere su queste modalità di produzione.

Come tutti sappiamo COVID-19 è una malattia zootecnica, causata, cioè, da un virus proveniente da animali, che è riuscito a superare la barriera interspecie finendo per infettare l’uomo. Benché sia il più tristemente famoso e il più grave per numero di morti, COVID-19 non è il solo ad essere pericoloso per la specie umana. Ricordiamo, infatti, l’influenza aviaria e suina, la sindrome respiratoria acuta SARS e vari tipi di febbre emorragica.

Questo tipo di infezioni si verificano nella stragrande maggioranza dei casi per contatto diretto con l’animale malato o per consumo della sua carne (trattandosi per lo più di virus).

Negli allevamenti intensivi il numero di animali e lo stress che gli stessi subiscono, che indebolisce fortemente il loro sistema immunitario, creano uno spazio perfetto per la proliferazione dei virus.

Numerose investigazioni, portate a termine dalle maggiori organizzazioni a tutela del benessere animale in diversi siti di produzione italiani, hanno poi evidenziato la correlazione tra l’uso massiccio di antibiotici e il diffondersi dell’antibiotico resistenza, definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità una minaccia per la salute globale.

Non si tratta o, almeno non solo, di battersi per principi morali o ideali lontani dalla quotidianità della massa.

Gli allevamenti intensivi sono luoghi in cui la sofferenza degli animali, costretti a una brevissima vita di patimenti, è direttamente proporzionale alla minaccia che questa metodologia produttiva rappresenta per l’uomo.

Sono, altresì, progetti che mal si sposano con il documento che la Regione Emilia Romagna ha firmato, in cui si impegna a costruire “un progetto di rilancio e sviluppo fondato su sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Per creare lavoro di qualità, accompagnare la regione nella transizione ecologica, contrastare le diseguaglianze e ridurre le distanze fra le persone, le comunità e le aree territoriali, riducendo fratture acuite dalla crisi in atto”.

Il ricorso dei cittadini al TAR I cittadini di San Mauro si sono mobilitati, già da tempo,  presentando ricorso al Tar dell’Emilia Romagna, citando in giudizio la Regione, la provincia di Forlì Cesena, l’Unione Rubicone e Mare, il Comune di San Mauro Pascoli, Arpae e la società agricola Circuito Verde, per evitare che i lavori del Maxi Pollaio procedano.

Nessuna risposta, ad oggi, dalle istituzioni.

Tante, invece, le dimostrazioni di solidarietà da parte di diversi personaggi dello spettacolo.

Dalla giornalista Giulia Innocenzi, che sta portando avanti la causa in prima persona, a Ficarra e Picone, Gabriele Muccino e Rosita Celentano che tramite i loro canali social hanno espresso la loro vicinanza agli abitanti di San Mauro.

 

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