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Rimini Calcio, Bresciani: 'Qui solo per vincere, il club non merita la D. Il passato? Critiche ingiuste'

Contro di lui e il presidente volantino e striscioni. 'Non vivo di calcio, non prendo soldi: porto la mia esperienza'

A cura di Redazione
17 aprile 2021 14:41
Rimini Calcio, Bresciani: 'Qui solo per vincere, il club non merita la D. Il passato? Critiche ingiuste' -
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L'approccio con la nuova realtà non è stato certo dei migliori, ma forse se lo aspettava. Giorgio Bresciani(52 anni il 23 aprile), il nuovo responsabile dell'area tecnica del Rimini Calcio, al suo arrivo allo stadio Romeo Neri ha trovato uno striscione in biancorosso a lui dedicato (Bresciani raus) affiancato ad un altro (Rota vattene) accompagnato da un volantino (in gallery). A non andare già ai tifosi alcune vicende che hanno contraddistinto il cammino post carriera dell'ex bomber del Bologna e del Torino, giudiziare (”le ho risolte nelle sedi opportune”) e sportive, vale a dire la burrascosa esperienza alla Civitanovese allora in serie D e di cui era direttore generale (i tifosi sono gemellati con quelli biancorossi).

I propositi di Bresciani sono bellicosi: “Dobbiamo riportare il Rimini nella categoria che gli compete. Chi viene a Rimini deve vincere o deve andare a casa: è una delle responsabilità che si deve prendere un dirigente al suo arrivo su questa piazza”.

Di cosa si occuperà?

“Avrò un radar sulla prima squadra ma anche sull'attività del settore giovanile. Lavorerò in collaborazione con Andrea Maniero, che ha la fiducia della società. Comunque questa stagione non è finita, con tre partite da recuperare tutti i discorsi si possano riaprire. Teniamo conto anche che il Rimini è stato retrocesso dalla C senza avere la possibilità di giocare i play out per cui ci possono essere delle possibilità di ripescaggio se si chiude tra le prime. Teniamo conto che il Rimini Calcio è una società che dal punto di vista economico è esemplare. Insomma, guardiamo oggi, ma teniamo conto che esiste un domani che inizierà a luglio”.

Bresciani è l'apripista per un nuovo imprendiore che affiancherà Rota?

“Non sono qua per portare nessun imprenditore: sono stato chiamato per ottenere un risultato importante. Il primo tassello è Andrea Maniero. Abbiamo un solo obiettivo: vincere. Io ho delle mie attività che vanno bene, non sono qui per soldi e cercare lo stipendio. Non vivo di calcio. Porto la mia esperienza, è una sorta di sfida con me stesso”.

Tornando, all'accoglienza e all'esperienza di Civitanova, Bresciani spiega: “Non mi resi conto che l'imprenditore che era a capo del club e con cui avevo rapporti lavorativi non era in grado di mantenere la Serie D. La responsabilità per le sue promesse mancate è ricaduta su di me. Invece per giudicarmi bisogna pensare alla parte sportiva: la Civitanovese andava in campo e dettava legge. Ma è ora di farla finita con il dire che Bresciani è uno che rovina le società. Il sottoscritto sa organizzare le società come pochi. Bisogna vedere i risultati tecnici, cosa ha fatto la Civitanovese e invece si dice solo: 'Bresciani ha portato uno che non ha pagato'. Ora sono stufo, ho 52 anni a giorni. A Civitanova ho fatto un lavoro stupendo, a dicembre la gente mi adorava, 34 bonifici non pagati hanno fatto sì che a finire in croce sia stato io”.

Cosa risponde ai tifosi che fuori dallo stadio la contestano? “Che mi dispiace perché non mi conoscono – risponde Bresciani -. Chiedete che calcio grazie a Bresciani si è visto a Civitanova. I messaggi che mandano i tifosi della mia ex squadra non sono “leali”. Sono stufo di essere giudicato – è la chisura del suo sfogo – , esco in prima fila e vado contro vento, altrimenti starei con il mio nipotino a Bologna”.

E il presidente Alfredo Rota aggiunge: “Ho conoscuto Giorgio e nel tempo abbiamo approfondito il nostro rapporto – dice il numero uno del club – Con Bresciani abbiamo ragionato su un progetto, che lui ha raccontato poco fa: il Rimini Calcio non deve rimanere in questa categoria, deve essere protagonista anche in serie C altrimenti meglio primeggiare in serie D. Bresciani ha una mentalità vincente, è molto determinato, convinto, sa di calcio, conosce gente che sa di calcio, di conseguenza si possono aprire anche contatti con squadre di categorie superiori. Io ho imparato a giudicare le persone per quello che fanno accanto a me”.

Stefano Ferri

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