VIDEO Rimini, maxifrode da 440 milioni di euro per falsi crediti di imposta

Operazione dall’alba della Guardia di Finanza di Rimini in tutta Italia, oltre 200 militari coinvolti

"Guarda a me sinceramente […] l'inizio del coronavirus ha portato bene economicamente, ho approfittato, sono diventato uno squalo". Sono le parole pronunciate da un imprenditore coinvolto nella maxioperazione "Free credit" intercettate dalla Guardia di Finanza di Rimini.
Oltre 440milioni di euro di falsi crediti di imposta in relazione alle misure di sostegno emanate dal Governo: sismabonus, bonus facciate, locazioni. Un sodalizio criminale con sede operativa a Rimini ma ramificato in tutta Italia. La Guardia di Finanza di Rimini, coordinata dalla Procura della Repubblica, con 44 reparti competenti per un totale di oltre 200 militari, dalle prime luci dell'alba di oggi, lunedì 31 gennaio, sta eseguendo 35 misure cautelari personali. Di queste 8 persone sono finite in carcere, 4 ai domiciliari e 23 misure interdittive dell'esercizio della professione (20 imprenditori e 3 commercialisti). I coinvolti sono accusati di aver creato e commercializzato falsi crediti di imposta. Le indagini sono partite dopo un esame sulla documentazione di presunta "cessione di crediti d'imposta" effettuata da una società coinvolta in un altro procedimento penale per reati fallimentari. L'analisi della Finanza sull'origine del credito ha permesso di appurare che non esistevano requisiti per il suddetto credito. E' nato così un filone investigativo che, dallo scorso giugno, ha permesso di scoprire l'attività dell'organizzazione criminale.

80 le perquisizioni ed il sequestro di falsi crediti, beni e assetti societari. L'accusa è di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Tra i convolti 9 avevano presentato domanda di reddito di cittadinanza, 3 avevano precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Nell'inchiesta della Guardia di Finanza di Rimini sulla maxi-truffa sulle misure di sostegno sono oltre 100 le società coinvolte, create ad hoc per ottenere bonus locazioni, bonus per ristrutturazioni con miglioramenti sismici ed energetici e i cosiddetti bonus facciate che nell'ultimo anno hanno portato all'apertura di una moltitudine di cantieri edili in tutta Italia. Le Fiamme gialle hanno scoperto come il gruppo di professionisti e imprenditori avesse creato la sede principale a Rimini, dove si incontravano e studiavano la strategia per le cessioni di crediti di imposta e il reinvestimento dei proventi. Le pratiche bonus si riferivano però a lavori eseguiti in tutta Italia.

L'associazione a delinquere sarebbe composta da 56 persone che si sono avvalse di 22 prestanome, con un nucleo centrale di 12 persone.
Tramite professionisti compiacenti venivano individuate società in difficoltà. Il rappresentante legale veniva sostituito da un prestanome che sarebbe poi stato usato per le comunicazioni di cessione crediti. Venivano poi dichiarati all'Agenzia delle Entrate di aver pagato canoni di locazione elevati o di aver fatto lavori edilizi (mai eseguiti) per generare credito di imposta.
I crediti venivano poi ceduti a società compiacenti, poi ad altre ditte per rendere più difficile la ricostruzione.
I soldi guadagnati venivano investiti in attività commerciali, oppure girati ad alcune società partenopee, o anche trasferiti su carte ricaricabili con plafond fino a 50mila euro, impiegati per finanziare società a Cipro, Malta, Madeira, convertiti in criptovalute o investiti in lingotti d'oro.
Durante i sequestri sono stati utilizzati i "cash dog", unità cinofile addestrate a fiutare l'odore dei soldi.
"L’operazione di servizio testimonia il ruolo fondamentale della Guardia di Finanza nella lotta agli illeciti in materia di spesa pubblica" si legge nella nota della Finanza.

L'operazione "Free credit" è stata condotta, oltre che a Rimini e in Emilia Romagna, anche in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto

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