Turismo da record, ma la ristorazione resta ai margini: l’allarme da Rimini
Conflavoro Rimini chiede maggiore attenzione al settore nei bilanci estivi

Nel pieno di una stagione turistica dai numeri da record, Conflavoro Pmi Rimini solleva un tema cruciale troppo spesso ignorato: il comparto ristorazione, fondamentale per l’esperienza dei visitatori, resta il grande assente nei report ufficiali. Con circa 2.200 locali tra Cattolica e Bellaria e oltre 23.500 addetti coinvolti, il settore riveste un ruolo strategico sia dal punto di vista occupazionale che economico.
Luca Romano, referente Conflavoro per i pubblici esercizi, fotografa una stagione estiva a due velocità: weekend intensi e infrasettimanali sottotono, con una clientela più attenta ai costi. Le difficoltà legate all’aumento dei prezzi e ai cambiamenti nelle abitudini di consumo – come le cene anticipate e il calo di presenze dopo le 22 – impongono nuove riflessioni sulla tenuta del settore.
Numerosi ristoratori, da Bellaria a Rimini sud, raccontano le sfide quotidiane e chiedono maggiore riconoscimento per un comparto che contribuisce direttamente alla vivibilità e alla qualità dell'offerta turistica. Da Conflavoro arriva la proposta di includere la ristorazione nei dati ufficiali e di avviare un dialogo costruttivo con le istituzioni.
Un'estate a due velocità
Grazie al contributo di Luca Romano, referente Conflavoro per i pubblici esercizi e gestore di noti locali riminesi tra cui lo storico Rossopomodoro, emerge una fotografia chiara della stagione: fine settimana affollatissimi, con tavoli sempre in rotazione, e infrasettimanali più deboli, con una clientela sempre più attenta al portafoglio.
"Uno dei problemi principali – spiega Romano – è la diminuzione della capacità di spesa. Inoltre i costi generali, la materia prima e gli stipendi del personale sono aumentati in modo importante. Per mantenere alti gli standard abbiamo ridotto i margini, ma non la qualità né la formazione delle nostre squadre. A questo si aggiunge una clientela che si sente sempre più esperta ed esigente."
Cambiano le abitudini dei turisti
Nicola Calò, ristoratore attivo a Bellaria con locali come Rist. Bellaria e Alice, evidenzia un cambiamento nei comportamenti:
"È cambiato il modo di vivere i locali. Dopo le 22 il ristorante si svuota. C’è richiesta a pranzo, nel pomeriggio e nella prima serata, ma poi tra le 21 e le 22 le persone preferiscono passeggiare e rientrare. Si vive la località, ma si spende meno. Questo impatta fortemente su attività che una volta contavano molto sul dopocena."
Anche Ivan Bianchi, titolare dello storico Tinbota nella zona sud di Rimini, conferma il mutamento:
"La stagione ha luci e ombre. Il sabato resta forte, ma durante la settimana si lavora a ritmi ridotti. Le spese fisse non calano. Inoltre notiamo che le abitudini si sono spostate: molti turisti pranzano in modo leggero e scelgono una cena anticipata, tra le 18 e le 19. Questo cambia completamente la gestione dei turni e dell’organizzazione."
Dal Tiki 26, Fabrizio segnala:
"Si conferma il trend degli ultimi anni, con il lavoro concentrato nei weekend. Maggio e giugno sono stati buoni anche grazie al meteo favorevole. Luglio, invece, ha avuto tre weekend su quattro colpiti dal maltempo, e questo ha inciso negativamente sulle attività di ristorazione all’aperto."
Claudio Paesani, di Chi Sburoun, dichiara:
"Viviamo una piccola isola felice. Nonostante tutto, abbiamo tanti clienti che apprezzano la qualità dei nostri prodotti. Ma è evidente che qualcosa nel format Rimini comincia a scricchiolare."
Fabio Rocco, titolare di NaPizz (Riccione, Rimini, Cesena), aggiunge:
"Attraverso la qualità del servizio e una forte attenzione alla clientela locale, riusciamo a garantire continuità anche nei giorni feriali. Ma la pressione fiscale e il calo dei margini impongono una riflessione urgente: il nostro settore ha bisogno di sostegno concreto per restare competitivo."
Corrado Della Vista, presidente provinciale, sottolinea: "I ristoratori sono parte essenziale della filiera turistica e svolgono un ruolo economico e sociale centrale. In questa stagione, vediamo uno scollamento evidente tra i dati ufficiali e la realtà vissuta ogni giorno da chi lavora. Conflavoro è impegnata a dare voce a queste imprese, ad aprire un confronto costruttivo con le istituzioni e a proporre soluzioni concrete per sostenere il comparto. Senza una ristorazione viva, formata, di qualità e sostenibile, non esiste un turismo completo né duraturo."