Evade tassa di soggiorno per oltre 20mila euro, doppia assoluzione per albergatore

Gestore di un albergo a Rimini era finito nel mirino della Procura per 20.657 euro di tassa di soggiorno evasa

Pagamento tassa di soggiorno

Doppia assoluzione per un cittadino originario dell'Est Europa, gestore di un albergo a Rimini, finito nel mirino della Procura per 20.657 euro di tassa di soggiorno evasa e riferita al periodo aprile-dicembre 2014. Nel marzo 2018 fu assolto dall'accusa di appropriazione indebita, ma la Procura fece ricorso in Cassazione. Tutto da rifare: il mancato versamento della tassa di soggiorno infatti configurava il reato di peculato, in quanto l'albergatore, ricevendo il pagamento del'imposta da riversare poi nelle casse dello Stato, è stato considerato un incaricato di pubblico servizio a tutti gli effetti. La nuova accusa avrebbe comportato, in caso di condanna, una pena di reclusione più alta, dai 4 ai 10 anni. Ma qualcosa cambiò a livello legislativo: fu il primo governo Conte, nel Decreto Legge Rilancio del 19 maggio, a considerare non più penalmente rilevante la condotta dell'albergatore che ometteva il versamento della tassa di soggiorno. La legge 215 del 17 dicembre 2021 del governo Draghi dispose anche la retroattività della norma. A quel punto l'albergatore, difeso dall'avvocato Alvaro Rinaldi, è stato nuovamente assolto perché il fatto non sussiste.

 

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