Gli avvocati penalisti riminesi, rappresentati dalla Camera Penale di Rimini, si asterranno dalle udienze nelle giornate di oggi lunedì 27 e martedì 28 giugno, "condividendo e aderendo alla protesta proclamata dall'Unione delle Camere Penali Italiane".
"Le ragioni della mobilitazione degli avvocati risiedono nella primaria esigenza di garantire ai cittadini, anzi ripristinare" dice l'Avvocato Alessandro Sarti Presidente della Camera Penale di Rimini Veniero Accreman "le regole del Giusto Processo, che dopo decenni di battaglie sono state introdotte nel 1999 nella Costituzione Repubblicana.
In gioco vi è la regola, tanto basilare da apparire ovvia, che il giudice che pronuncia la sentenza nel processo penale deve essere lo stesso giudice che ha raccolto le prove nel corso del processo, ascoltando i testimoni, le parti ed i periti presenti davanti a lui nell'aula di udienza. La mera asettica lettura dei verbali di un'udienza alla quale il giudice non ha partecipato direttamente, non è sufficiente a garantire una corretta valutazione dell'attendibilità del dichiarante. "
"Con il pretesto del rischio della prescrizione del reato" dice ancora Sarti "è invalsa negli ultimi anni una giurisprudenza che progressivamente si è fatta strada, tesa a svilire tale principio in nome delle declamate esigenze di "speditezza ed efficienza" dei processi, che risulterebbe frustrata ogniqualvolta il mutamento della persona fisica del giudice, monocratico o componente del collegio, dovuto ad un trasferimento di sede, all'assegnazione al magistrato di nuove funzioni, al collocamento fuori ruolo o al suo pensionamento, determina (anzi determinava) la necessità di rinnovare l'intera istruttoria davanti al nuovo giudice, mediante la convocazione e l'audizione, per una seconda volta, dei testimoni già escussi dal giudice precedente."
Un fenomeno che a Rimini " ha assunto dimensioni ridotte negli ultimi anni, grazie ad una Sezione Dibattimento del Tribunale Penale tendenzialmente stabile e composta da giudici che ormai svolgono da tempo le funzioni nel nostro Foro. Ma anche a Rimini, proprio in questi giorni, si sta inevitabilmente riproponendo il problema, a causa del passaggio di funzioni verso la Sezione GIP di un giudice, Presidente di uno dei tre Collegi giudicanti, che non potrà, giocoforza, concludere tutti i processi in corso nel suo ruolo pronunciando per ciascuno di essi la sentenza. Nella Riforma Cartabia, infatti, si riafferma il principio fondamentale dell'assunzione della prova da parte dello stesso giudice che sarà poi chiamato a pronunciare la sentenza di assoluzione o di condanna dell'imputato, che potrà al più essere derogato unicamente dalla videoregistrazione integrale delle prove orali assunte nel dibattimento, con l'obbligo, per il giudice che subentra, quantomeno di visionare il filmato delle testimonianze, senza potersi più limitare alla mera lettura della carta, cioè del resoconto stenotipico dell'udienza in cui si è svolta l'audizione dei testimoni."
L'astensione per due giornate vuole rivolgere "una esortazione di dialogo e di attenzione al Governo, chiamato nei prossimi giorni a tradurre in norme positive le indicazioni scritte nella Legge Delega "Cartabia", senza sconti o svalutazioni di sorta al principio della oralità."