Un dopocena con amici, l'impresa di "Jena" amico di Pantani: in bici da Cesenatico a Livigno

Missione quasi riuscita, il riminese partito di notte con i suoi amici ha percorso 442 km alla media dei 30 all'ora

A cura di Redazione
15 agosto 2022 07:41
Un dopocena con amici, l'impresa di "Jena" amico di Pantani: in bici da Cesenatico a Livigno -
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Il maltempo li ha frenati a 60 km dall'obiettivo, ma non ha spazzato via l'entusiasmo di cinque amici ciclisti, che ci riproveranno tra un anno. Ersilio Fantini, da tutti conosciuto come Jena, 55 anni da Bellaria Igea Marina, è stato protagonista di una tentata impresa sulle due ruote: coprire la distanza tra Cesenatico e Livigno, quasi 500 km. 

Jena è salito in sella affiancato da quattro amici, tra cui l'ex ciclista professionista Alan Marangoni e Giampaolo Mondini, un ex compagno di squadra di Fantini. Proprio nella sera del cinquantesimo compleanno di quest'ultimo, il 4 agosto, i cinque amici hanno deciso di cimentarsi nella sfida. "Siamo partiti alla mezzanotte del 5 dopo la cena del compleanno. Pesce, vino, poi alè, si parte!", racconta Jena. Cinquecento km per 5000 metri di dislivello, da coprire in 20 ore: "Eravamo in vantaggio, in pratica ci mancavano 60 km, in 5 ore li avremmo coperti senza problemi". Il tempo ha però voltato le spalle ai cinque amici. Sulla cima del Gavia una grandinata e un brusco calo  delle temperature li ha costretti ad alzare bandiera bianca. "Col sole di prima l'avremmo finita. Ci rifaremo nel 2023, per i 51 anni di Mondo", racconta divertito Ersilio, oggi meccanico di bici, in passato ciclista dilettante. "Ho corso fin dall'età di 14 anni in tutte le categorie – racconta – e ho vinto tante corse. Non ho mai fatto il professionista perché in quei tempi ci voleva la conoscenza giusta al momento giusto. C'è chi non meritava ed è diventato ciclista professionista: c'è chi aveva lo sponsor. Ma non ho rimpianti, mi son sempre divertito". E anche oggi, appena può, Ersilio sale in sella con la Benessere e Sport di Santarcangelo: "Nel weekend faccio dei bei giri tra San Marino, il Fumaiolo, il Cippo di Pantani. In mezzo alla settimana cerco di tenere la gamba allenata, o nella pausa pranzo, oppure vado via al mattino presto, verso le 5". 

Ma come nasce il soprannome Jena? "Sai, a quei tempi c'era un po' di nonnismo nel ciclismo. Quando passai da Juniores a dilettante c'era un certo Raul Turci che rompeva le scatole. Io sono un buono, ma se mi rompi le scatole…". Al termine di una gara, Ersilio al traguardo andò a firmare il foglio di arrivo. Ad attenderlo c'era proprio Turci. "Io sono quel piccolino a cui rompevi le palle, gli ho detto, e quando lui ha mostrato il suo sorrisino strafottente, gli ho rotto il naso con una testata", ricorda Jena: nacque quel giorno il soprannome, il riferimento al personaggio interpretato da Kurt Russell in "1997: Fuga da New York". Jena, in passato, ha fatto coppia in strada anche con Marco Pantani. "Ci allenavamo insieme, lo conoscevo bene. É stato al mio matrimonio, mi ha invitato alle feste che ha organizzato quando ha vinto il Giro d'Italia e il Tour. Quando parlo di lui ho ancora i brividi". Quando gli chiediamo un aneddoto del Pirata, Jena ci spiazza: "Nei primi anni novanta, terminata la stagione agonistica, eravamo attesi al Pineta. Abbiamo fatto un incidente d'auto e ci siamo ribaltati. Mi sono rotto la clavicola!".

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