Scopre fidanzata ‘falsa’ e si uccide, padre scrive a governo

"Al responsabile solo 825 euro di penale, serve una legge" 

Daniele

"Egregio presidente, mi presento, sono Roberto, il papà di Daniele, un ragazzo di 24 anni, che nel settembre 2021 si è tolto la vita". Inizia così la lettera al nuovo governo affidata all'Ansa da 'Papà Roberto', padre del giovane forlivese di 24 anni che si è tolto la vita dopo aver scoperto che una ragazza conosciuta online con cui aveva una relazione, 'Irene', in realtà non esisteva. A giugno la Procura ha chiesto l'archiviazione per il reato di morte in conseguenza di un altro delitto nei confronti del 64enne di Forlimpopoli che si spacciava per Irene.

Nei confronti dell'uomo è stato emesso un decreto penale di 825 euro per sostituzione di persona. "In questi giorni – prosegue la lettera – si sta parlando tanto di Daniele, grazie al servizio mandato in onda alle 'Iene' qualche giorno fa, ripreso successivamente da molti quotidiani nazionali e locali. Mio figlio è stato vittima di quello che oggi è chiamato 'catfishing', una relazione virtuale nata sui social con una ragazza, dietro la quale si celava la figura di un uomo di 64 anni. Se oggi sono qui a scriverle questa lettera è perché credo fermamente nella giustizia italiana, ma ad oggi non abbiamo riscontrato nessun esito positivo". "Questa relazione virtuale ha portato alla morte di mio figlio", aggiunge. "Non si utilizzano solo le armi, intese come oggetti, per uccidere; le parole, le illusioni, le sostituzioni di persona possono avere lo stesso potere di un'arma e provocare la morte". "Ad oggi, l'uomo responsabile di tutto questo si trova a piede libero, si sveglia ogni mattina e se ne va per le vie del suo Paese, come se nulla fosse accaduto. Per la Procura il caso è da archiviare con una sanzione di 825 euro. La vita di mio figlio vale questo?", chiede ancora papà Roberto. "Non avrò più indietro Daniele, nel frattempo, colui che ritengo il responsabile di questo tragico evento è libero e i carabinieri hanno addirittura scoperto che ha continuato con questo gioco sporco". "Ciò che è accaduto a mio figlio è di una gravità immane e molti altri ragazzi e ragazze sono vittime di questi inganni". "Tanti riescono a salvarsi, tanti altri no. È mai possibile che non venga riconosciuta una pena severa per questo tipo di reato?" E conclude: "Ecco il motivo che mi ha spinto a scriverle, spero vivamente che questa storia, la morte di un figlio, possa servire a rivedere alcune leggi e far sì che chi commette questi reati venga punito severamente".

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