Case di comunità non diventino ‘scatole vuote’. Rimini: ‘Macchè, fondamentali per la sanità’

Nuova riflessione del ministro Schillaci. La replica dell’assessore del comune di Rimini Gianfreda

Insegna della casa della salute

di Riccardo Giannini

Nell'ultimo intervento alla stampa nazionale, il neo ministro della salute Orazio Schillaci ha confermato che è in corso una riflessione sulle case di comunità, le nuove strutture sanitarie per la presa in carico di pazienti affetti da patologie croniche che costituiscono un'evoluzione delle case della salute. Il progetto, voluto dal precedente governo, è finanziato dai fondi Pnrr. Ma per il neo ministro Schillaci "Le case di comunità senza medici di famiglia e infermieri che ci lavorino con le giuste motivazioni" rischiano di diventare "delle scatole vuote". I medici di medicina generale, per ovviare a questo problema, hanno proposto di lavorare assieme ai colleghi di continuità assistenziale, le ex guardie mediche, per garantire un'assistenza continuativa e soprattutto le visite domiciliari. Quest'ultimo punto è cruciale per la nostra sanità: diversi malati infatti sono costretti al ricovero in ospedale – intasando i nosocomi – quando potrebbero essere seguiti nel loro domicilio. 

L'assessore alle politiche sanitarie del comune di Rimini, Kristian Gianfreda, ribadisce il suo ultimo intervento sul tema, evidenziando quanto le case di comunità siano indispensabili per rendere la sanità più efficiente, invitando ad evitare ripensamenti. Precisando inoltre che le case di comunità, previste dal Decreto Ministeriale 77 del marzo scorso, sono luoghi in cui "la cura erogata ai cittadini copre diversi aspetti, non solo quelli prettamente sanitari", che "hanno posti letto, funzioni e servizi che arricchiscono la sanità" e che i pazienti, "malati cronici o portatori di diverse fragilità", vengono presi in carico in maniera multi-disciplinare. "Medici di base e guardie mediche, così come gli infermerieri, saranno protagonisti, ma non solo. Quando c'è un problema di salute acuto, serio, allora c'è l'ospedale. In caso contrario cerchiamo di seguire i bisogni del cittadino con le infermiere di quartiere, con le Oss di quartiere, ma anche con gli educatori specializzati", precisa Gianfreda. Le case di comunità diventano "la punta dell'iceberg di una sanità che si occupa di avvicinare la medicina alla popolazione nei momenti di malattia non acuta".  A Rimini una prima casa di comunità sorgerà in via Settembrini, vicino all'ospedale Infermi; una seconda, al servizio di Rimini Nord, nell’area di proprietà comunale di via Matteini/Padre Igino Lega, la terza per Rimini Sud sarà situata a Miramare. "Abbiamo preso seriamente questo processo di modernizzazione della sanità. E siamo avanti con il processo di partecipazione, coinvolgendo sindacati e medici". Rimini procede spedita, in attesa delle decisioni del nuovo governo. 

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