Un appuntamento molto sentito quello di ieri sera (mercoledì 11 gennaio) a Novafeltria tenutosi durante il consiglio comunale e avente come oggetto la situazione dei servizi socio-sanitari ospedalieri e territoriali in Alta Valmarecchia. Un incontro fortemente sollecitato dal gruppo consigliare di minoranza 'Rin-Nova' che da tempo rimarca l'importanza del tema e del ruolo che ha l'ospedale Sacra Famiglia per l'intera comunità.
Intervenuta all'incontro, la Capogruppo del gruppo consigliare di minoranza Ottavia Borghesi ha voluto sottolineare sul tema alcune delle esigenze per il territorio: "Una Medicina Territoriale di prossimità, tenendo conto di alcuni fattori che sono imprescindibili per il buon funzionamento della stessa come le particolari caratteristiche orografiche e la distribuzione della popolazione nel territorio. È necessario garantire qualità, continuità ed equità di cure anche ad assistiti che vivono in aree decentrate. Infatti il nuovo modello organizzativo dell’assistenza sanitaria territoriale ha l’obiettivo di contrastare le disparità di salute determinate dai livelli di reddito e dall’area geografica di appartenenza, al fine di promuovere un sistema sanitario sostenibile in grado di erogare cure di qualità".
Altro punto dell'intervento riguarda l'ospedale Sacra Famiglia. La Capogruppo ricorda che il 29 maggio 2018 la regione aveva riconosciuto il Sacra Famiglia come presidio ospedaliero in area disagiata ai sensi del Decreto Balduzzi del 2015. Per questo la struttura dovrebbe essere dotata "di un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri, una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o in Week Surgery, un pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all'Emergenza-Urgenza". Ma oggi la situazione è ben diversa: "Il reparto di medicina è ben strutturato, con un primario, ma soffre di carenza medica e infermieristica". Il pronto intervento invece "è sotto organico", la chirurgia "completamente destrutturata" con la mancanza di un chirurgo fisso in sede. E poi c'è il problema delle liste di attesa, come sottolineato in una precedente nota dal comitato "Giù le mani dall'ospedale di Novafeltria": "Alcune specialistiche – evidenzia Borghesi – hanno tempi lunghissimi".
Tanti gli interventi dal pubblico di Associazioni, Sindaci, ex medici e rappresentanti del Comitato a difesa del'ospedale locale. I dirigenti Aziendali della sanità si sono impegnati a risolvere le criticità emerse dal dibattito per liste di attesa, camici bianchi e pediatra ambulatoriale, organizzando specifici e ulteriori incontri, anche pubblici. Su tutti il dr. Tamagnini e la dr.ssa Dal Pozzo, che con i loro interventi "hanno chiarito molti degli aspetti su cui avevamo posto i nostri contenuti politici tramite interrogazione e mozione – spiega il consigliere di minoranza Sauro Mercatelli – tra questi l'integrazione di prossimità tra rete ospedaliera e rete territoriale, l'aspetto organizzativo e funzionale della Casa di Comunità e sull'investimento da PNRR per l'ospedale di comunità (sul quale la dr.ssa Dal Pozzo si è resa disponibile per organizzare apposito focus rivolto), non tanto sulla costruzione della infrastruttura (circa 12 posti letto), quanto sulle modalità gestionali e di integrazione con il territorio".