Maxi allevamento polli, l'Alta Valmarecchia dice no: "Sarà un disastro"
'Danni a salute e ambiente, i cittadini non ci guadagnano niente: tre posti di lavoro sono pochissimi', spiega una dei relatori, la giornalista Giulia Innocenzi

Ieri sera (sabato 11 febbraio) teatro sociale di Novafeltria gremito per l'appuntamento organizzato dal comitato di cittadini che ha alzato la propria voce di protesta contro l'intervento di riqualificazione dell'area ex Arena, in località Cavallara di Maiolo. "L'allevamento intensivo che porta l'Alta Valmarecchia indietro di 50 anni"il titolo dell'incontro, ma anche il grido di battaglia di un comitato determinato a informare e a raggiungere ogni cittadino, a fronte anche di una virale campagna social. Cittadini, artisti, intellettuali, medici e professionisti, non solo dell'Alta Valmarecchia, hanno prestato il proprio volto a questa campagna, che ha appunto l'obiettivo di amplificare la battaglia d'opinione e affermare un "no" forte, deciso e convinto al nuovo stabilimento Fileni per l'allevamento di polli. I cui lavori sono stati avviati ed è proprio questo il primo punto di "scontro": i cittadini non sono stati preventivamente informati e hanno scoperto il progetto del nuovo allevamento, solo quando i mezzi da lavoro sono entrati in funzione nel cantiere. "Sono grandissimi insediamenti produttivi, questo della Cavallara è un allevamento da 800.000 polli all'anno, eppure i cittadini non vengono coinvolti mai nelle procedure decisionali: scoprono questi mega impianti solo a giochi fatti. È così in tutta Italia", ha spiegato Giulia Innocenzi, giornalista Rai della trasmissione Report, tra i relatori del dibattito che, moderato dal giornalista Luca Martinelli, ha registrato una grande partecipazione; intenso e ricco di testimonianze. "Ho partecipato a diverse assemblee pubbliche indette dai cittadini in tutta Italia sul tema degli allevamenti intensivi, ma questa è la più partecipata tra quelle a cui ho assistito. Ed è una bellissima notizia", ha evidenziato Innocenzi.
Il teatro sociale di Novafeltria era dunque pieno in ogni suo posto e tante persone rimaste fuori; sul palco prestigiosi relatori: oltre a Giulia Innocenzi, l'ecologo dell'università di Urbino Riccardo Santolini, il medico oncologo Lorenzo Menghini, il consigliere di Italia Nostra Massimo Bottini e Andrea Tesei, presidente del comitato per la Vellesina, impegnato in prima linea contro l'allevamento Fileni, gestito dalla Ponte Pio srl in località Monte Roberto, nell'anconetano.
Punto focale degli interventi la necessità di tutelare la salute della cittadinanza. In merito è stato particolarmente dettagliato l'intervento di Menghini, oncologo tra le eccellenze della sanità nazionale. La preoccupazione è per l'ammoniaca emessa dagli allevamenti intensivi, la causa principale del particolato secondario, delle polveri sottili, il pm 2,5. "Sono le particelle più pericolose, essendo le più piccole: non si fermano nei filtri polmonari e arrivano agli organi più delicati. Dal 2013 sono tra le sostanze cancerogene di classe I", ha argomentato. Nel suo intervento Menghini ha riportato anche dati concreti a dimostrazione della tesi secondo la quale, nei territori in cui sono concentrati gli allevamenti intensivi, sia più alta la concentrazione dei tumori."Il fatto che l'amianto fosse una sostanza cancerogena è stato portato alla luce negli anni '50, ma vietato solo nel 1992. Quarant'anni dopo: la speranza è che non ci vogliano 40 anni per rendersi conto della pericolosità del pm 2,5", ha esortato Menghini. "I cittadini non ci guadagnano assoluamente niente. I posti di lavoro sono pochissimi: solamente tre. E i danni ambientali sono numerosi, dall'aria all'acqua, i rumori, i trasporti", ha aggiunto Innocenzi.
Si parte dal rischio che le deiezioni animali possano inquinare le falde del fiume Marecchia, ai problemi legati alla siccità: lo stabilimento richiede ingenti quantità d'acqua e i due pozzi al servizio dell'allevamento potrebbero inficiare sulle risorse idriche a disposizione della cittadinanza. E la qualità dell'aria potrebbe non essere solo compromessa dall'ammoniaca rilasciata, ma anche dalle emissioni odorigene e dall'impatto, sul traffico veicolare di Novafeltria e Secchiano, dei mezzi al servizio dell'impianto.
Non ultimo, l'aspetto della salvaguardia del territorio, il tema degli interventi di Santolini e di Bottini. Quest'ultimo ha ribadito la necessità, per l'Alta Valmarecchia, di puntare su un turismo sostenibile e responsabile, in cui il turista "non è un cannibalizzatore del luogo, ma una persona che vive in continuità e in comunità per una parte di tempo", entrando dunque a far parte della comunità. Ma un turismo sostenibile non può prescindere dalla necessità di salvaguardare la bellezza del territorio, i suoi scenari che definire "da cartolina" è riduttivo, una paesaggio incantevole che rischia di essere deturpato dal nuovo allevamento. Con danni non solo al turismo: "La zona Cavallara è il polmone verde di Novafeltria, tanti ciclisti amatori, ma anche cittadini a piedi, scelgono quest'area per le loro escursioni o passeggiate", ha fatto notare uno spettatore.
Per i sindaci dell'Alta Valmarecchia lo sviluppo delle potenzialità del territorio dal punto di vista turistico è prioritario ed è anche su questo aspetto che si rafforza l'appello dei relatori, alle istituzioni, a cooperare e collaborare con i cittadini. "Il progetto è stato approvato e i lavori sono stati avviati, ma le istituzioni magari non erano a conoscenza dell'impatto ambientale, nè del parere opposto dei cittadini – ha rimarcato Giulia Innocenzi – per cui è fondamentale la collaborazione tra cittadini e istituzioni". Il comitato chiede ragguagli sull'iter autorizzativo e sulla Conferenza dei Servizi: il coinvolgimento dei Comuni limitrofi a Maiolo dovevano essere coinvolti obbligatoriamente oppure ciò era discrezionale? Domanda a cui dovrà essere data una risposta.
Ma i dubbi rilanciati dai relatori sono tanti. La Innocenzi, sul palco del teatro sociale di Novafeltria, ha rilanciato le inchieste di Report sugli allevamenti intensivi. Nel mirino anche le procedure di certificazione dei prodotti biologici, citando anche un esempio che coinvolge l'allevamento di Borghi e Maiolo: "Fileni fa certificare i suoi polli biologici dall'ente certificatore Ccpb. Ma all'interno di un documento sono stati certificati 88.000 polli biologici con la dicitura unità produttiva Maiolo, tuttavia il codice degli impianti corrispondeva agli allevamenti di Borghi, a 45 minuti di auto da Maiolo, all'epoca dei fatti allevamenti certificati come intensivi e non biologici. E ovviamente a Maiolo c'erano e ci sono ancora capanni in disuso e in demolizione(quelli che appunto saranno demoliti per l'edificazione del nuovo stabilimento, n.d.r.)", ha accusato Innocenzi. Su questo punto Fileni rispose tramite un comunicato stampa: "Gli 88.000 polli ai quali si fa riferimento e che risultano nel documento giustificativo mostrato durante il servizio a firma dell'ente certificatore CCPB riguardano il sito di Borghi e non quello di Maiolo, fermo da oltre 12 anni. Il fatto che sull'intestazione del documento sia riportata la dicitura Maiolo è ascrivibile alla presenza in quel comune di ampie superfici di terreno adibito a biologico ma nulla ha a che vedere con il centro di allevamento in fase di ristrutturazione mostrato".
Le questioni sul tavolo sono numerose. La battaglia in sostanza è appena iniziata e il comitato confida di poter bloccare i lavori: "Ci sono casi in cui i cittadini hanno visto riconoscere le proprie istanze a progetto approvato", ha argomentato Innocenzi, citando proprio il caso del comitato la Vellesina: "Cittadini che vivono davanti a un maxi allevamento da 2 milioni e mezzo di polli all'anno si sono uniti e una sentenza del Consiglio di Stato ha dato loro ragione, bloccando l'allevamento dello stabilimento. Bisogna cercare ogni appiglio a cui aggrapparsi, individuare ogni limite del progetto". I cittadini sembrano comunque agguerriti e c'è chi invoca atti dimostrativi: "Si manifesterà il grande fuoco della Valmarecchia. Oggi dobbiamo prendere atto di coscienza di cittadini forti della Valmarecchia. Il risorgimento dell'agricoltura e degli agricoltori: tiriamo fuori i trattori. Occupate quelle catapecchie (i capannoni n.d.r.)", ha esortato un altro spettatore al culmine del dibattito.