Serve prolungare la stagione balneare: 'Ma Rimini e gli altri comuni tentennano'
La protesta dell'associazione dei marinai di salvataggio


di Riccardo Giannini
Estendere la stagione balneare, rinnovare i contratti e rendere pubblico il servizio di salvamento. Sono le tre richieste rilanciate dall'associazione marinai di salvataggio e assistenti bagnanti, che a dicembre scorso ha chiesto un incontro con le singole amministrazioni comunali della Riviera, per programmare in anticipo la stagione estiva, ottenendo però una risposta positiva solamente da Misano e Riccione, mentre da Bellaria Igea Marina, Rimini e Cattolica tutto tace e questo nonostante i solleciti, precisa il direttivo dell'associazione.
Nel contempo sia il sindaco Sadegholvaad che l'assessore Frisoni hanno aperto a un allungamento della stagione balneare, in particolare il primo cittadino ha definito anacronistica l'attuale, con inizio a metà maggio e fine a metà settembre. Le temperature più miti hanno naturalmente esteso il periodo trascorso sulle spiagge e per questo l'associazione sollecita di intensificare il pressing con l'amministrazione regionale, affinché adotti una nuova ordinanza, con l'estensione del servizio di salvamento dal 1 maggio al 30 settembre. "Basta nascondersi dietro la foglia di fico dell'elioterapia che ha permesso finora ai bagnini di proseguire la normale attività commerciale ma senza il servizio di salvamento, a rischio dei bagnanti", argomenta il direttivo dell'associazione, che sottolinea la necessità di estendere il servizio "per il bene della collettività e del comparto turistico" e che chiede a gran voce l'apertura di una trattativa sindacale per il rinnovo del contratto. "Il costo della vita è considerevolmente aumentato – accusa l'associazione – e non è più possibile percepire lo stesso salario di 20 anni fa".
La terza è ultima richiesta è quella di rendere il servizio di salvamento un servizio pubblico. "La nostra esperienza e professionalità andrà tutelata al di là di chi si aggiudicherà le aste" delle concessioni balneari, evidenzia la nota. I marinai di salvataggio non vogliono dipendenre "dal futuro dei concessionari e dai loro bilanci aziendali", quindi chiedono ai comuni costieri "di prepararsi e farsi carico del servizio di salvamento".