Foto di repertorio

Siccità, la Romagna ha bisogno di 20 milioni di metri cubi in più di acqua

L’assessore Montini: ‘Completare e proseguire il canale emiliano romagnolo fino all’area riminese’

Il sistema idrico romagnolo deve aumentare le capacità di accumulo per 20 milioni di metri cubi d'acqua: è quanto stimano gli analisti. L'assessore del Comune di Rimini, Anna Montini, invoca così una pianificazione strategica e integrata di diversi interventi, in particolare il completamento e il proseguimento del Canale emiliano romagnolo fino all'area riminese. Serve in sostanza una miglior connessione tra i territori – anche perché la situazione attuale registra una grande siccità in Emilia e una situazione migliore in Romagna, grazie a un numero maggiore di precipitazioni – per un uso e una gestione migliore delle risorse idriche. Come evidenzia Montini, infatti, la Romagna "può essere considerata un'isola ancora felice", grazie alla Diga di Ridracoli, "fondamentale  per continuare ad assicurare la disponibilità idrica nel nostro territorio, anche nell’evenienza di dover far fronte a lunghi periodi caratterizzati da un’assenza di precipitazioni". Anche Rimini ha fatto la sua parte: "nell’ex cava In.Cal System abbiamo messo a punto, insieme alla Regione, un importante intervento sperimentale finalizzato a contrastare la siccità, che si amplierà ulteriormente con un’ulteriore opera destinata al reimpiego, tramite i bacini del lago Azzurro e del lago Santarini, delle acque provenienti dal fiume Marecchia attraverso il canale dei Mulini". Si tratta dunque di "una serie di interventi strutturali, ambiziosi, che mirano a dare vita a una catena e un percorso virtuoso delle acque, minimizzando, per quanto possibile, dispersioni di questa risorsa primaria, a tutela anche degli agricoltori e delle nostre campagne". 

Nel complesso Montini invoca subito "un lavoro corale, di squadra, congegnare soluzioni innovative, (sulla scia di quelle che già stiamo intraprendendo come territorio), basate  sul risparmio del consumo di acqua, sull’agricoltura 4.0 e sull’utilizzo delle potenzialità delle nuove tecnologie perché ci consentano di calibrare le irrigazioni e limitare gli sprechi di acqua nel corso dei suoi continui movimenti, soprattutto nel momento in cui l’acquedotto si ramifica per entrare nelle case e nei quartieri". Occorre per questo – chiosa Montini – "anche un grande Piano dell’Europa e del Governo centrale. Il tempo è agli sgoccioli”.

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