Consiglio comunale di Rimini tiene seduta nel carcere per rafforzare il legame con i detenuti
L'assessore Gianfreda, ha sottolineato l'importanza di fare in modo che i detenuti non si sentano esclusi dalla comunità


Il Consiglio Comunale di Rimini ha tenuto ieri (giovedì 30 marzo) la sua prima seduta all'interno del carcere dei Casetti, allo scopo di rafforzare il legame tra la comunità e le persone recluse, incoraggiando il reinserimento nella società delle persone condannate, attraverso la rieducazione e il lavoro, per evitarne il ritorno in carcere.
La nuova direttrice della struttura detentiva di Rimini, Palma Mercurio, ha evidenziato che il carcere debba diventare "un luogo dove le persone possano ricostruire le loro vite e ricominciare". Il Garante dei detenuti, Giorgio Galavotti, appena eletto, avrà il compito di facilitare il dialogo tra i detenuti e la comunità esterna. Il Comune di Rimini ha anche lanciato alcuni progetti per aiutarli a reinserirsi nel mondo del lavoro. L'assessore ai servizi sociali, Kristian Gianfreda, ha sottolineato l'importanza di fare in modo che i detenuti non si sentano esclusi dalla comunità. "Il percorso di reinserimento – ha dichiarato Gianfreda – inizia dentro il carcere, è nel carcere che si pongono le fondamenta per una nuova vita delle persone. L’obiettivo è proprio quello di abbassare, per quanto possibile, il tasso di recidiva, che purtroppo in Italia continua ad essere alto. Con questa seduta abbiamo voluto fare una scelta politica forte, in cui il Comune invita e ascolta tutte le figure che a vario titolo ricoprono ruoli e svolgono attività inerenti la struttura carceraria”.
NEL CARCERE DI RIMINI 160 DETENUTI Presso la Casa Circondariale di Rimini sono detenuti in 160, 80 con condanna definitiva passata in giudicato e 10 in semilibertà. Molti di questi, 70, sono in carico al Sert. Il tasso di recidiva, in generale, come segnalano gli operatori, si abbassa in maniera significativa nei casi in cui le persone vengano seguite dopo l’uscita con progetti individuali di inserimento lavorativo e/o legati all’abitare. Sul territorio riminese, inoltre, ci sono circa 531 persone detenute in esecuzione esterna con misure alternative al carcere (es. domiciliari).