L'alluvione nella Romagna ha causato gravi danni agli allevamenti, con migliaia di animali morti o dispersi. La situazione è critica sia nelle zone pianeggianti, colpite dalle inondazioni, sia nelle colline, dove le frane impediscono l'accesso agli allevamenti. Nonostante gli inviti a evacuare, molti allevatori hanno deciso di rimanere per salvare i propri animali.
Le forze dell'ordine, i vigili del fuoco e la protezione civile sono intervenuti per superare le difficoltà. L'Associazione Regionale Allevatori e i Consorzi Agrari d'Italia hanno fornito gasolio e mangimi alle aziende colpite. Questa situazione mette a rischio anche il recupero delle razze storiche, come il maiale di mora romagnola e i bovini da carne di razza romagnola. L'alluvione ha colpito anche il settore della zootecnia, che rappresenta una componente importante dell'economia locale. Oltre alle perdite nelle aziende agricole, sono stati danneggiati anche gli impianti di frutteti, le serre, gli edifici rurali e le attrezzature. Si prevedono gravi conseguenze sulla produzione di grano e frutta per i prossimi anni.
Sono a rischio almeno 50.000 posti di lavoro nell'intera filiera agricola e nelle industrie di trasformazione. È necessario fornire aiuti tempestivi e nominare un Commissario per la ricostruzione per consentire alle aree colpite di riparare i danni e riprendere l'attività agricola. Secondo il presidente della Coldiretti, gli strumenti ordinari di intervento non sono sufficienti per garantire il salvataggio e la continuità delle filiere agricole nella zona colpita.