Altarimini

Federfarma risponde all'Az. Usl

Riceviamo e pubblichiamo da FederfarmaPartiamo dalla fine, ovvero dalla disponibilità ad un incontro, che naturalmente auspichiamo si svolga in un clima di maggiore serenità. Evitando quelli che a noi...

A cura di Redazione
26 luglio 2011 08:58
Federfarma risponde all'Az. Usl -
Condividi

Riceviamo e pubblichiamo da Federfarma

Partiamo dalla fine, ovvero dalla disponibilità ad un incontro, che naturalmente auspichiamo si svolga in un clima di maggiore serenità. Evitando quelli che a noi appaiono atteggiamenti pregiudiziali nei confronti di Federfarma e fideistici riguardo ai taumaturgici effetti della distribuzione diretta dei farmaci sul bilancio dell’azienda ASL di Rimini. Il dottor Tonini, replicando al comunicato stampa di Federfarma, afferma una mezza verità omettendo l’altra metà. Non dice infatti che l’Asl di Rimini distribuisce, oltre i farmaci del PHT – cioè quelli a costi elevati e destinati ad un uso prevalentemente ospedaliero per i quali sarebbe, obiettivamente, legittimato a fare, così come fanno le altre aziende sanitarie da lui citate – anche i farmaci NON-PHT in quantità abnormi (688.620 pezzi solo nel 2010) quelli cioè, a basso costo, destinati a patologie che non richiedono affatto controlli ricorrenti in ospedale e che, in ogni altra parte d’Italia, vengono distribuiti attraverso le farmacie (come accadeva anche a Rimini prima dell’era Tonini). Sono i farmaci per l’ipertensione arteriosa, per il colesterolo, per il glaucoma, per l’ipertrofia prostatica, per il diabete non scompensato, ecc…, tutte patologie normalmente e da sempre, seguite dai medici di famiglia in ogni parte d’Italia. In tali casi l’Asl di Rimini dirotta il paziente verso la struttura ospedaliera unicamente per poter giustificare la consegna dei farmaci, rendendo loro più scomodo e gravoso l’accesso all’assistenza farmaceutica, senza alcun concreto vantaggio sul fronte del risparmio di risorse pubbliche, tant’è che nel biennio 2007-2009 l’Asl di Rimini è riuscita a ridurre la spesa per la farmaceutica erogata attraverso le farmacie di 3 milioni di euro (passando da 49,7 a 46,5 milioni) ma ha accresciuto di 4 milioni di euro la spesa per l’acquisto dei farmaci erogati direttamente (passando da 8,8 a 12,8 milioni di euro). Per di più il medico di base non vede più il proprio assistito anche per lunghi periodi a discapito della corretta assistenza del paziente stesso. Proprio l’altro giorno ho ricevuto la segnalazione di una paziente non vedente che, di punto in bianco è stata presa in carico dall’ospedale per cui è obbligata a trovare qualcuno per andare a ritirare lì i farmaci che fino a ieri ritirava molto più comodamente in farmacia vicino a casa.
Liquidare, inoltre, il parere di 1800 cittadini, affermando che si tratta di un’indagine autoreferenziale appare a Federfarma quantomeno frettoloso e non in linea con la funzione pubblica dell’azienda Asl che dai bisogni e dalle attese delle persone deve partire.
Ricordiamo, inoltre, al dottor Tonini che l’assioma, secondo il quale grazie al risparmio ottenuto attraverso la distribuzione diretta di farmaci è stato possibile effettuare alcune centinaia di assunzioni di infermieri e medici, zoppica: dato che, il bilancio 2010 dell’azienda Asl è stato chiuso con oltre 7 milioni euro di deficit. Direi al dott. Tonini che, ottemperando all’obiettivo del Governo di contenere i costi pubblici, avrebbe potuto usufruire della rete delle farmacie per distribuire i farmaci, “risparmiando” alcune decine di assunzioni relative a personale addetto alla distribuzione diretta.
Concludo comunque, ribadendo la disponibilità di Federfarma ad un dialogo costruttivo, giocando a carte davvero scoperte e senza omettere una parte della verità, altrimenti sarà davvero difficile fare un passo avanti nell’interesse della comunità.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Altarimini sui social