Esplosione casa: all'origine tragedia stufa a gas
Una fuga di gas da una delle bombole usate per alimentare una stufa, e la cucina, e combattere il freddo intenso che ha colpito le Marche. E’ la causa più probabile dell’esplosione in una palazzina a...

Una fuga di gas da una delle bombole usate per alimentare una stufa, e la cucina, e combattere il freddo intenso che ha colpito le Marche. E’ la causa più probabile dell’esplosione in una palazzina a Serrungarina nel pesarese che ha provocato il crollo del tetto e la morte di un muratore disoccupato di 38 anni, Mohamed Belal El Sayed Mossad, mentre la moglie marocchina, Noura Maski, 29 anni, e le figliolette di 5 anni Sanya e di due anni Rim sono rimaste ustionate in modo più o meno grave. Il boato questa mattina poco prima delle 9:30. “Abbiamo sentito uno scoppio assordante e visto una colonna di fumo nero – raccontano alcuni testimoni -, poi la neve che cadeva a terra”. In realtà era il tetto che stava crollando, trascinando con sé la spessa coltre di neve che lo ricopriva. La tragedia è infatti avvenuta in una delle zone dove gli accumuli di neve hanno raggiunto anche i tre metri. Illesi gli occupanti dell’appartamento confinante, due anziani, titolari della farmacia sottostante, gestita dal figlio. Mohammed e la sua famigliola abitavano nella palazzina bifamiliare ristrutturata, concessa dal Comune, da sei mesi. “Persone integrate – racconta il sindaco Marta Falcioni – come tanti altri immigrati che sono venuti nei nostri paesi in cerca di lavoro. E prima della crisi, qui, ce n’era”. Ora, però, il muratore egiziano era disoccupato, e questa mattina stava ancora in camera da letto, nel lato mansardato della casa. Questo gli é stato fatale, perché è rimasto letteralmente schiacciato dal crollo. Ha avuto miglior sorte, se così si può dire, Noura, che forse stamattina era andata ad accendere la stufa attivando involontariamente il micidiale innesco. La donna è ora ricoverata nel Centro grandi ustionati di Cesena, con ustioni su tutto il corpo di primo e secondo grado. La figlia più grande è in rianimazione nell’ospedale pediatrico Salesi di Ancona, anche lei con ustioni e un politrauma. La prognosi è riservata. La piccolina, invece, è nell’ospedale di Pergola e sarebbe la meno grave. Sul posto si sono recati i vigili del fuoco, i carabinieri di Fano e Saltara, gli uomini del Soccorso alpino che erano già in zona per lo sgombero della neve, e la polizia – la famigliola disponeva di un impianto di riscaldamento, ma il deposito di gpl che serve il paese, non essendo pieno, non avrebbe avuto la necessaria pressione per raggiungere tutte le utenze. Per questo Mohamed si era procurato delle bombole di gas per accendere una stufa e avere così più calore. Sulla vicenda, comunque, il pm della Procura di Pesaro Sante Bascucci ha aperto un’inchiesta. Toccante il messaggio del vescovo di Fano: “Il dolore, ogni dolore, fa tendere la mano in modo trasversale verso l’altro intrecciando ogni tipo di credo religioso”. “Alla calamità naturale dell’emergenza neve si aggiunge la disperazione per la perdita di un padre di famiglia e giovane sposo che, assieme a tante famiglie in questo periodo di grande freddo e con i problemi tecnici annessi, si trovano nella non facile condizione di dare calore agli ambienti e alle persone, specie là dove si trovano bambini piccoli”. Mons. Trasarti ha citato infine una sura del Corano: ‘Nessuno conosce cio’ che guadagnerà l’indomani e nessuno conosce la terra in cui morrà.