Tunisino morto sparatoria, la moglie è di Rimini, protesta connazionali
Prima la fuga all'alt, poi un inseguimento mozzafiato dal litorale fino al centro città con due auto dei carabinieri speronate quattro volte. Quindi almeno 11 spari, forse 14. Non è morto subito Hamdi...

Prima la fuga all'alt, poi un inseguimento mozzafiato dal litorale fino al centro città con due auto dei carabinieri speronate quattro volte. Quindi almeno 11 spari, forse 14. Non è morto subito Hamdi Ben Hassan, 27enne tunisino da almeno cinque anni in Italia. Il decesso è arrivato verso le 7 in ospedale, nonostante l'operazione chirurgica tentata per salvarlo. C'era lui alla guida dell'Audi A3 scura che dopo la mezzanotte a Marina di Ravenna ha ignorato l'alt della polizia Municipale. Tutto è accaduto lungo viale delle Nazioni in un posto di controllo interforze di quelli coordinati dalla Questura quando, con la bella stagione, la nota località rivierasca specialmente nei fine settimana si riempie di giovani. L'agente della Municipale ha visto l'Audi sfiorare pericolosamente i passanti. Un'andatura a zig-zag, ma nemmeno la paletta alzata ha fermato la vettura. Dentro, oltre al 27enne, c'erano due connazionali praticamente coetanei, poi arrestati per tentato omicidio e resistenza. Non subito però, perché l'auto ha iniziato a spingere sul gas proprio mentre dall'altra parte arrivava una pattuglia dei Cc della vicina Stazione di Sant'Alberto. All' inseguimento anche la Municipale e una Volante della polizia. Più avanti, sulla Classicana, la gazzella dell'Arma è stata stretta contro un guardrail. I due carabinieri, feriti, ne sono usciti con prognosi iniziali di 10 giorni. "E sotto quella strada c'era una scarpata di una quindicina di metri – ha spiegato il comandante provinciale dell'Arma, col.Guido De Masi – Siamo stati fortunati altrimenti saremo qui a piangere due militari". I fuggiaschi sono riusciti per un po' a distanziare gli inseguitori. Ma su via Ravegnana, alle porte del centro città, l'Audi, dopo avere imboccato la strada contromano, è stata agganciata da una pattuglia dei carabinieri del Radiomobile. A quel punto – secondo quanto riferito dagli inquirenti – un passeggero ha mostrato una pistola. L'epilogo in via Bassano del Grappa, a due passi dal centro: verso mezzanotte e 40 i colpi sparati da entrambi i militari della pattuglia. Sull'Audi, secondo quando riferito da fonti diverse delle forze dell' ordine, sono state trovate un paio di scacciacani. Dell'accaduto é stato subito avvisato il pm di turno, Cristina D'Aniello. La vittima faceva il meccanico e abitava a Gambellara, frazione di campagna a pochi chilometri da Ravenna, assieme alla giovane moglie italiana, che si trovava con i genitori a Rimini per la Pasqua, al fratello Emmanuel, di un anno più grande, e ad altri connazionali. Oltre ad alcuni precedenti di polizia, nell'ultimo anno il 27enne aveva riportato un paio di condanne. L'ultima, a fine 2011, per resistenza. L'altra nel giugno scorso per droga: 10 grammi di eroina ceduti a quattro giovani italiani a Osteria, frazione di Ravenna. E' in quell'occasione che per la prima volta era spuntata l'Audi A3: il giovane l'aveva usata per un'inutile fuga sempre dai carabinieri. Sull'auto in quel momento pendeva un sequestro preventivo del Gip di Perugia su richiesta della guardia di Finanza per una vicenda nella quale lui non risultava coinvolto in prima persona. A fine mese scorso il giovane, tramite il suo avvocato Luca Donelli, era riuscito a ottenere il dissequestro della vettura e, nonostante la polizia Stradale di Faenza gli avesse ritirato la patente, aveva evidentemente continuato a guidare. "E' scappato solo perché aveva bevuto un po' e perché aveva problemi con la patente", hanno detto alcuni amici e connazionali radunati nel primo pomeriggio fuori dal pronto soccorso dell'ospedale di Ravenna. Dopo i primi servizi dei tg sull'accaduto, il numero dei tunisini è via via aumentato fino ad arrivare a un centinaio controllati alla distanza dalle forze dell'ordine. Tra di loro anche il fratello Emmanuel, che ha lamentato il fatto di essere stato avvisato della morte del 27enne solo verso le 14. "L'ho sentito al cellulare mentre i carabinieri lo stavano inseguendo. Gli ho chiesto se tornava a casa a mangiare. Mi ha detto che ci saremmo risentiti più tardi. Poi gli hanno sparato". La tensione è cresciuta e attorno alle 16 diversi tunisini hanno sventolato la foto della vittima stampata su un foglio A4 con la scritta: "Ucciso da un carabiniere". Un'ora e mezza più tardi, lasciando l'ospedale, hanno annunciato per la serata un'altra protesta nella centralissima piazza del Popolo, sede di Prefettura e Comune. Poi, martedì mattina, presidio davanti al Tribunale. Nella foto Hamdi Ben Hassen, il 27enne tunisino morto nello scontro a fuoco.