Muore a primo lancio paracadute, tra gli imputati un riminese
Un'ottantina di testimoni oltre a diversi documenti, tra cui i risultati di indagini interne dell'Anpdi, l'associazione nazionale paracadutisti d'Italia, e dell'Enac, l'ente nazionale per l'aviazione...

Un'ottantina di testimoni oltre a diversi documenti, tra cui i risultati di indagini interne dell'Anpdi, l'associazione nazionale paracadutisti d'Italia, e dell'Enac, l'ente nazionale per l'aviazione civile. Sarà probabilmente un processo tecnico – come anticipato dal giudice monocratico Corrado Schiaretti – quello che si aperto giovdì mattina sulla morte di Giovanna Melania La Mantia, la 22enne caporale originaria di Trapani e in forza al 46/o Reggimento Trasmissioni di Palermo deceduta il pomeriggio del 20 febbraio 2010 dopo essere finita al suo primo lancio con il paracadute (civile ma milite-assistito) nel laghetto di cava "C Bianca" nei pressi del piccolo aeroporto ravennate "La Spreta". Tre gli imputati alla sbarra per omicidio colposo in cooperazione: Marco Basilio Schenetti, 44 anni, di Castelnovo Monti (Reggio Emilia), brigadiere dei carabinieri in servizio a Modena, in passato in forza al 1/o reggimento carabinieri paracadutisti del Tuscania e direttore di lancio della scuola modenese; Renzo Carlini, 67, di Rimini, presidente della locale associazione paracadutisti; e Andrea Tomasi, 42, di Poggio Rusco (Mantova), pure lui presidente della locale associazione paracadutisti. I primi si sono entrambi presentati in aula.