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Ausl Unica Romagna, sindacati a confronto con il neo dg Des Dorides. "Piu' tecnologia e no alla centralizzazione"

Martedì si è svolto il primo incontro tra i sindacati Cgil Cisl Uil e il direttore generale dell'Ausl Romagna Andrea Des Dorides. Una storica unione, quelle delle Ausl di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimi...

A cura di Redazione
22 gennaio 2014 12:38
Ausl Unica Romagna, sindacati a confronto con il neo dg Des Dorides. "Piu' tecnologia e no alla centralizzazione" -
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Martedì si è svolto il primo incontro tra i sindacati Cgil Cisl Uil e il direttore generale dell'Ausl Romagna Andrea Des Dorides. Una storica unione, quelle delle Ausl di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, che deve essere "opportunità per migliorare la rete di risposta sanitaria alle collettività locali", spiegano i sindacati in una nota congiunta. Non si tratta dunque di un semplice taglio dei costi o di spending review, ma di impostare un nuovo modello organizzativo che sappia utilizzare al meglio le risorse a disposizione. Il primo obiettivo deve essere quello di garantire un'uniformità di servizi su tutto il territorio e in particolar modo collocare le prestazioni sanitarie in modo omogeneo. In secondo luogo, secondo i sindacati, è fondamentale costruire percorsi che rendano più celeri ed efficaci le risposte dell'Ausl al cittadino. Al contrario, no allla centralizzazione: concentrare centinaia di dipendenti tecnici e amministrativi, per attività che possono essere svolte ancora in modo decentrato, finirebbe per essere penalizzate per tutti, operatori e cittadini. 

La nascita dell'Ausl Unica Romagna è vista anche come il momento giusto per investire in tecnologia e formazione, con il recupero di margini di efficenza che dipendono appunto dalle reti e dai sistemi informatici, oggi non all'avanguardia. Referti spediti via mail e non stampati o masterizzati in supporti ottici, la casella clinica elettronica, ma non solo.  Lo sviluppo tecnologico può anche favorire la deospedalizzazione di pazienti cronici, con l'impiego di strumenti a supporto dell'assistenza domiciliare. L'obiettivo ambizioso è quello di impostare a distanza, da un'unica posizione remota, trattamenti diversificati, con la presenza degli operatori a fianco dei cittadini. 

I sindacati chiedono "un cambiamento virtuoso", con la riduzione dei tempi di degenza nelle unità operative, la presa in carico diversificata per i pazienti che devono affrontare un percorso di cura e che sono affetti da patologie che li rendono parzialmente o  totalmente non auto sufficienti; l' implementazione dell’offerta territoriale ai pazienti dimessi dalla struttura ospedaliera, sia per la quantità, sia per la qualità delle prestazioni erogate.

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