La ripresa parte dal settore automobilistico, segnali positivi in tutta la regione

Vi sarà capitato nel corso delle scorse settimane di leggere su internet o di ascoltare presso i principali telegiornali nazionali notizie riguardanti la sostanziale ripresa del settore auto in Italia...

A cura di Redazione Redazione
16 marzo 2015 08:04
La ripresa parte dal settore automobilistico, segnali positivi in tutta la regione -
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Vi sarà capitato nel corso delle scorse settimane di leggere su internet o di ascoltare presso i principali telegiornali nazionali notizie riguardanti la sostanziale ripresa del settore auto in Italia. Posto che ovviamente quando ci sono segnali di ripresa è un bene per tutta la nazione, viene da chiedersi come mai tali segnali di ripresa siano stati accolti come una manna dal cielo anche in una zona come il riminese nella quale non insistono grandi aziende automobilistiche.
La ragione di questa “euforia” che contagia diciamo un po’ tutta la Regione è nelle conseguenze che tale ripresa ha su tutte le aziende, non solo quelle che producono direttamente auto e che sono per lo più collocate nell’area emiliana, ma anche per tutte quelle afferenti al suo indotto, che forniscono loro componenti e servizi; moleo di quest’ultime trovano sede in quella lunga zona industriale che da Ravenna scende giù fino al Conero nelle Marche.
Ma quali sono nello specifico gli elementi che fanno percepire questa ripresa del settore auto?
Ne esistono sia di soggettivi che di oggettivi. Gli elementi soggettivi sono quelli che ognuno di noi può percepire anche nella sua esperienza quotidiana, anche solo navigando su internet; sul web sono infatti letteralmente esplosi quei nuovi portali, che si occupano di calcolare le quotazioni delle auto, una sorta di consulenza gratuita mediamente è possibile vendere la propria vettura più velocemente ed ottimizzando il prezzo rispetto agli standard di mercato. Si parla quindi, riferendosi al settore dell’usato, di “disintermediazione”, riferendosi a quella crescente tendenza che vede sempre più venditori rinunciare al supporto di un rivenditore specializzato per la vendita della propria vecchia auto. Un fenomeno che ha un doppio effetto positivo visto che fa guadagnare di più chi vende e risparmiare chi acquista.
Al di là di queste considerazioni che, come anticipato, afferiscono per lo più alla sfera della soggettività e di come ognuno di noi percepisce i nuovi segnali che arrivano dal settore auto, esistono invece degli elementi oggettivi che raccontano a chiare lettere la ripresa di questo mercato.
Uno su tutti è quello appena fornito dall’Istat. L’Istituto Nazionale di Statistica ha infatti chiuso le proprie elaborazioni relative al 2014 concludendo che, se da un lato la produzione industriale è tutto sommato calata dello 0.8%, dall’altro tra la fine del 2014 e l’inizio del 2015 si sono visti “altri e diversi segnali” promettenti e positivi.
Segnali come l’aumento della stessa produzione industriale a dicembre 2014 con un incremento mensile dello 0.4% e soprattutto la crescita del settore auto che sempre a dicembre 2014 faceva segnare un miglioramento di quasi 31% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Settore auto che ha chiuso in generale il 2014 con un aumento netto dei volumi del 9%.
Vediamo in dettaglio quali marchi, e quindi quali aziende, sono stati i protagonisti di questo inatteso boom. In cima alla classifica, e di questo noi italiani dovremmo essere contenti, c’è la Fiat che nel corso del 2014 ha allargato il suo mercato di quasi il 12% andando ad occupare quasi un terzo di tutte le vendite nazionali.
I modelli Fiat più richiesti dai nostri connazionali sono stati la Panda e la 500 che insieme fagocitano oltre la metà del mercato nazionale delle utilitarie. Questo vuol dire che agli italiani piacciono le auto piccole? Non del tutto. Il 2014 è stato infatti anche l’anno dei suv che sono cresciuti nel corso degli ultimi anni da una quota di mercato del 9% del 2008 al 23% di gennaio 2015. Un numero su tutti chiarisce il boom dei suv nel 2014 ed è il numero che riguarda il fatturato del marchio Jeep (sempre afferente al gruppo Fiat) cresciuto del 388% durante il 2014.
Maria Angelelli

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