Lavoro precario e figlie da mantenere, padre separato: 'O mi uccido o mi metto a rubare'

Due matrimoni alle spalle, due figlie da mantenere, un lavoro precario. E' la storia di un 41enne rumeno residente da oltre 10 anni a Rimini, cittadino italiano. Martedì in Tribunale a Rimini il suo l...

A cura di Redazione
15 giugno 2015 14:55
Lavoro precario e figlie da mantenere, padre separato: 'O mi uccido o mi metto a rubare' -
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Due matrimoni alle spalle, due figlie da mantenere, un lavoro precario. E' la storia di un 41enne rumeno residente da oltre 10 anni a Rimini, cittadino italiano. Martedì in Tribunale a Rimini il suo legale Nicolas Cicchini punterà a ottenere una diminuzione del pignoramento sullo stipendio, disposto in quanto il 41enne deve provvedere al mantenimento della figlia nata dal primo matrimonio, avuto con una donna conosciuta in Romania: obbligo derivato da una sentenza del 2004 del tribunale rumeno, recepita dall'ordinamento  giudiziario italiano. Nel 2008 la donna aveva poi chiesto e ottenuto un adeguamento della somma, considerata la situazione economica dell'ex marito, ben inserito nel tessuto sociale di Rimini e impiegato in una ditta edile del territorio. Una situazione economica che però è peggiorata negli ultimi anni, prima a causa della crisi del settore edilizio, successivamente per problemi fisici che hanno costretto il 41enne a chiedere la malattia professionale, per cui una parte del suo stipendio viene automaticamente trattenuta. In più sul bilancio mensile dell'uomo grava anche il mantenimento della seconda figlia, nata da un secondo matrimonio con una connazionale  residente in Italia che lo ha poi lasciato nel 2011 per iniziare una nuova relazione. A causa delle detrazioni e dei pignoramenti, il 41enne è obbligato a vivere con una somma di 350 euro al mese. "O mi uccido o mi metto a rubare", sono le sue drammatiche parole, parole simili a quelle di molti altri padri di famiglia che, naufragato il loro matrimonio, si trovano costretti a fare i conti con la povertà in agguato e a mettersi in fila alla Caritas per elemosinare un pasto caldo.

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