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Santarcangelo, proiezione del 'Salò' di Pasolini in versione integrale non censurata

“Pasolini. Parole Sguardi Ossessioni” si conclude lunedì 21 marzo con la proiezione dell’ultimo film dell’artista, “Salò o Le 120 giornate di Sodoma”. Alle ore 21 in sala Antonioni sarà proiettata inf...

A cura di Redazione
19 marzo 2016 11:48
Santarcangelo, proiezione del 'Salò' di Pasolini in versione integrale non censurata -
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“Pasolini. Parole Sguardi Ossessioni” si conclude lunedì 21 marzo con la proiezione dell’ultimo film dell’artista, “Salò o Le 120 giornate di Sodoma”. Alle ore 21 in sala Antonioni sarà proiettata infatti la versione integrale della pellicola, recentemente restaurata dalla Cineteca di Bologna: l’ingresso è vietato ai minori di 18 anni, i biglietti sono disponibili al costo di 6 euro (intero), 5 euro (ridotto Soci Dogville) e 4 euro (ridotto over 65).

“La ragione profonda che mi ha spinto a fare il film, io credo, è il vedere proprio ciò che oggi il potere fa alla gente. Cioè la manipolazione totale, completa che il potere sta facendo delle coscienze e dei corpi della gente” disse Pier Paolo Pasolini presentando il film. Nel quarantennale della morte di Pasolini, la Cineteca di Bologna ha scelto di proporre il suo ultimo film, capolavoro sulfureo e maledetto, nella versione integrale restaurata insieme a CSC – Cineteca Nazionale e in collaborazione con Alberto Grimaldi. Maggiori informazioni sulla pellicola, sulla sua genesi e sull’accoglienza da parte di pubblico e critica dell’epoca, sono disponibili sul sito del festival Il Cinema Ritrovato (bit.ly/21z1GNQ).

“Pasolini. Parole sguardi ossessioni” è un invito ad entrare nel mondo del grande scrittore, regista e intellettuale per scoprire o riscoprire la forza della sua produzione artistica a quarant’anni dalla sua tragica scomparsa, avvenuta il 2 novembre 1975. L’iniziativa – organizzata da biblioteca Baldini, Gruppo Amici della Biblioteca e Associazione culturale Dogville in collaborazione con Amministrazione comunale e Fondazione Focus – rende omaggio a una figura di intellettuale scomodo e artista poliedrico, che usò molteplici forme espressive (poesia, letteratura, cinema, scrittura giornalistica) e se stesso come personaggio pubblico per dare voce a quel “tramonto dell’occidente” che vide inesorabilmente avanzare, a quella deriva dell’umano, o “mutazione antropologica”, che lo spirito capitalistico andava determinando parallelamente alla scomparsa del mondo contadino.

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