Nuove verità sul Mottarone: le pressioni per saltare la manutenzione vennero da chi gestiva la funivia
Il giudice esclude i vertici Leitner dalle pressioni. Sotto accusa direttore e titolare della gestione
Non emergono prove che la Leitner, né attraverso i suoi vertici né tramite propri responsabili, abbia esercitato pressioni per ridurre le fermate o gli interventi di manutenzione della funivia del Mottarone. È quanto afferma il giudice Gianni Macchione nelle motivazioni della sentenza di non luogo a procedere per Martin Leitner, vicepresidente dell’azienda, e Peter Rabanser, responsabile del customer service.
Secondo il GUP, le pressioni per rimandare le operazioni di manutenzione — che avrebbero comportato lo stop dell’impianto — sarebbero invece arrivate all’ex caposervizio Gabriele Tadini dall’allora direttore d’esercizio Enrico Perocchio e da Luigi Nerini, titolare della società che gestiva la funivia.
Il procedimento riguarda il tragico incidente del 23 maggio 2021, nel quale persero la vita 14 persone. Le nuove motivazioni contribuiscono a delineare il quadro delle responsabilità attorno alla gestione dell’impianto nei mesi precedenti al disastro.
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