"Palazzina Laf" esordio alla regia di Michele Riondino al Tiberio di Rimini

Riondino, noto anche per aver interpretato "Il giovane Montalbano" è sia regista che interprete del film

A cura di Redazione
28 novembre 2023 11:23
"Palazzina Laf" esordio alla regia di Michele Riondino al Tiberio di Rimini - Una scena del film
Una scena del film
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Al Cinema Tiberio di Rimini da giovedì 30 novembre a giovedì 7 dicembre (proiezioni alle ore 21, giovedì 30 novembre anche alle ore 17, sabato 2 dicembre anche alle ore 17 e 19, domenica 3 dicembre alle ore 19.30 e 21.15, martedì 5 dicembre anche alle ore 17, mercoledì 6 dicembre nessuno spettacolo, giovedì 7 dicembre anche alle ore 17 e 19, biglietti interi € 7, ridotti € 6, ridotti Tiberio Club € 5) è in programma, in prima visione, Palazzina Laf, il debutto alla regia di Michele Riondino che è anche interprete assieme ad Elio Germano, Vanessa Scalera e Domenico Fortunato.


Taranto 1997: all’Ilva è appena avvenuta l’ennesima morte sul lavoro, ma Caterino Lamanna, operaio addetto ai lavori di fatica nell’industria siderurgia, è pronto a darne la colpa ai sindacati. Caterino è un cane sciolto che pensa al suo imminente matrimonio con la giovane albanese Anna e si fa i fatti suoi, finché Giancarlo Basile, dirigente dell’ILVA, non lo recluta per “farsi un giro e dirgli quello che succede” in fabbrica, e resoconti in particolare le attività del sindacalista Renato Morra, che infiamma gli animi degli operai e li spinge alla ribellione. Basile offre a Lamanna la promozione a caposquadra e l’auto aziendale, ma Caterino chiede di essere mandato alla Palazzina Laf pensando che sia un luogo di privilegio riservato a pochi eletti. In realtà è un edificio in disarmo, incrocio fra una riserva indiana, un manicomio e una prigione, dove sono rinchiusi in orario di lavoro i dipendenti qualificati che hanno fatto l’onda, e che quindi sono invitati a licenziarsi o ad accettare un incarico demansionato e incoerente con la loro preparazione.

Palazzina Laf segna l’esordio alla regia dell’attore Michele Riondino, ed è un esordio fulminante, che porta con sé non solo la conoscenza approfondita della storia ignobile dell’ILVA e delle sue ricadute sul territorio tarantino (dove Riondino è nato e cresciuto), ma anche l’eredità di molto cinema, dalla saga grottesca di Fantozzi fino all’alienazione stralunata di “La pecora nera” di Ascanio Celestini, “Brazil” di Terry Gilliam e “Tony Manero” di Pablo Larrain.

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