Prostituta ferita a colpi di pistola: trovata l'auto del sospettato domiciliato a Viserba
L'uomo si trova in carcere da giovedì

Nel pomeriggio i Carabinieri del nucleo Investigativo di Ravenna hanno rinvenuto e sequestrato sul territorio della provincia di Forlì – Cesena, la Bmw usata dal 32enne bulgaro domiciliato a Viserba, nel Riminese, in carcere con l’accusa di avere tentato di uccidere la sera del 19 maggio scorso una prostituta connazionale di 29 anni ferma in attesa di clienti su una piazzola a ridosso della cava ‘Manzona Vecchia’, alle porte di Ravenna. L’uomo, difeso dall’avvocato Riccardo Luzi, nella tarda mattinata in interrogatorio di garanzia ha in buona sostanza negato la volontà di volere uccidere la giovane ma ha parlato di un gesto d’impeto. Dopo gli spari, era scappato all’estero. Ma, ormai braccato dai Carabinieri del nucleo Investigativo di Ravenna coordinati dal Pm Francesca Buganè Pedretti, giovedì scorso ha deciso di costituirsi anche su consiglio del suo avvocato.
La sua ex moglie, pure lei bulgara, domiciliata sempre a Viserba e difesa dall’avvocato Massimiliano Orrù, risulta indagata per favoreggiamento e sottoposta a obbligo di dimora con divieto di uscire la sera. Il 32enne aveva sparato sei colpi contro la 29enne procurandole ferite a braccia e torace (la pistola manca ancora all’appello) ma, secondo l’accusa, non riuscendo a ucciderla solo perché aveva finito le munizioni. Intanto dai sedili posteriori della Bmw serie 5 con la quale era giunto alla piazzola, una donna, in bulgaro, lo incitava a uccidere la ragazza. In un primo momento era stata fermata la ex moglie del 32enne con l’accusa di concorso in omicidio: ma poi il giudice aveva escluso il necessario quadro indiziario e l’accusa si era trasformata in favoreggiamento.
In mattinata il Procuratore Capo Daniele Barberini, incontrando i giornalisti, ha precisato che “la decisione dell’indagato di costituirsi, è maturata di fronte a risultati che si sarebbero palesati di lì a poco. I Carabinieri hanno lavorato 24 ore su 24: non sono tollerabili episodi di questa gravità”. Il Pm Buganè Pedretti ha spiegato che “avevano pronti sia la misura cautelare che un mandato di arresto europeo. Allo stato il 32enne non ha offerto alcun elemento di collaborazione”. Per il colonnello Andrea Lachi, comandante provinciale dell’Arma, “i fenomeni di prostituzione devono essere sempre monitorati. Chi ha sparato, lo ha fatto per uccidere non intimidire”.