Prostituzione: Ass.Giovanni XXIII, ipocrita proposta Sgarbi
"Inaudite e inaccettabili": così il responsabile dell’associazione Papa Giovanni XXIII, Giovanni Paolo Ramonda, ha definito le parole dell’assessore milanese alla Cultura Vittorio Sgarbi che ha propos...

"Inaudite e inaccettabili": così il responsabile dell’associazione Papa Giovanni XXIII, Giovanni Paolo Ramonda, ha definito le parole dell’assessore milanese alla Cultura Vittorio Sgarbi che ha proposto di creare quartieri a luci rosse nel capoluogo lombardo. Una soluzione avanzata, secondo l’associazione fondata da don Oreste Benzi, "nell’ipocrisia di pensare che così si possa combattere il racket della prostituzione". Al contrario, in una nota, Ramonda ha ricordato a Sgarbi che "le migliaia di storie di ragazzine e giovani donne, nulla hanno a che vedere con quelle che vengono definite ‘donne libere’ che hanno scelto di prostituirsi" e che al 99% sono straniere, portate in Italia con l’inganno e costrette a subire violenze e minacce. "Come si può pensare di risolvere questo dramma spostando il problema dalla strada a un quartiere a luci rosse?", si chiede ancora Ramonda. "E’ il degrado e l’ingiustizia più insopportabile quella di sentire ancora una volta l’indifferenza sulla vita delle migliaia di donne sfruttate e abusate quotidianamente mantenendo, anzi aggravando il fenomeno della schiavitù, facendo un grande favore alle organizzazioni criminali, legalizzando il meretricio e quindi diventando correi della distruzione di tante vite umane, deboli e indifese". Il responsabile dell’associazione se la prende anche con don Andrea Gallo, che "non ha capito che prima vanno liberate tutte le schiave della prostituzione, dalla strada agli appartamenti, dai night club ai privé, dagli alberghi ai migliaia di luoghi di appuntamento facilmente rintracciabili su tutti i quotidiani e su Internet. Poi vedremo, come diceva sempre don Benzi, quante donne continueranno a desiderare di prostituirsi per libera scelta". E ancora: "Come possono un assessore alla cultura e un sacerdote mettersi dalla parte di chi fa diventare queste donne prostitute? Noi vi invitiamo a venire con noi in strada per sentire il pianto di coloro che ci chiedono la liberazione e non l’oppressione legalizzata", ha concluso Ramonda.