Rimini: inflazione in rialzo, stangata per le famiglie
La città si conferma così tra le più care d’Italia

Ad aprile 2025, l’inflazione a Rimini ha registrato un aumento del +2,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con un incremento mensile dello 0,5% e un dato superiore di 0,4 punti percentuali rispetto alla media nazionale. La città si conferma così tra le più care d’Italia, proseguendo un trend al rialzo che dura da oltre un anno.
A pesare maggiormente sui bilanci delle famiglie riminesi sono i rincari nel carrello alimentare (+2,9%), nei costi per l’abitazione (acqua, elettricità e gas, +5,1%), nella sanità (+2,2%), nell’istruzione (+4,3%) e nei servizi di ristorazione e accoglienza (+4,2%). Tra le cause principali dell’aumento dei prezzi figurano il caro energia, l’aumento dei beni alimentari e l’impennata degli affitti, aggravata dalla diffusione degli affitti brevi.
Secondo Federconsumatori Rimini, l’aggravio annuo per le famiglie si stima in circa 1.100 euro. Una situazione che costringe molti cittadini a ricorrere a strategie di risparmio, come l’acquisto nei discount, la caccia agli sconti e la rinuncia a beni e servizi essenziali, inclusi quelli sanitari, con un conseguente aumento delle disuguaglianze.
L’associazione chiede interventi urgenti, tra cui: il rafforzamento del monitoraggio dei prezzi tramite Comitati di sorveglianza territoriali sotto il coordinamento di “Mr. Prezzi”; una riforma dell’Iva sui beni di largo consumo, con un possibile risparmio per le famiglie di oltre 530 euro l’anno; l’istituzione di un Fondo contro la povertà energetica; misure contro le disuguaglianze, tra cui il rinnovo dei contratti, l’equità fiscale e la rivalutazione delle pensioni.
Federconsumatori sottolinea infine che le risorse per finanziare tali interventi possono essere reperite attraverso una tassazione più incisiva sugli extraprofitti, sulle transazioni finanziarie e mediante un efficace contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.