Rimini, omicidio Pierina: il Dna e i dubbi, la Procura stringe il cerchio su Dassilva
Svolta imminente: l'udienza chiave per Dassilva il 28 aprile

Le prossime settimane saranno cruciali per Louis Dassilva, unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, uccisa a coltellate il 3 ottobre 2023 nel garage di casa a Rimini. In carcere da luglio, Dassilva attende l’ultima udienza dell’incidente probatorio, fissata per il 28 aprile. In quell’occasione, il perito nominato dal giudice Vinicio Cantarini risponderà sul contenuto delle immagini della telecamera della farmacia, in particolare riguardo al colore della pelle della persona ripresa la notte del delitto.
Successivamente, si avvierà la chiusura delle indagini. Se Dassilva non verrà scarcerato, il termine della custodia cautelare scadrà il 16 luglio, data in cui la Procura presenterà la richiesta di rinvio a giudizio. Il processo in Corte d’Assise potrebbe iniziare entro la fine di settembre.
Nel frattempo, la Procura, con il sostituto procuratore Daniele Paci e la squadra mobile, ha depositato una lunga lista di documenti a sostegno dell’accusa. Due i punti principali: Dassilva avrebbe mentito su cosa fece il 4 ottobre, giorno del ritrovamento del corpo, dichiarando di averlo toccato per verificarne lo stato. Tuttavia, secondo le analisi, non ci sarebbero prove visibili di tale contatto né testimoni oculari.
Inoltre, la Procura ritiene che Dassilva temesse il ritrovamento del proprio Dna sulla scena e che, per questo, avrebbe coinvolto la ex compagna quella mattina. Un’intercettazione in carcere con la moglie Valeria Bartolucci mostra la reazione sorpresa dell’uomo alla notizia, appresa dalla televisione, che il suo Dna non sarebbe stato rilevato. Infine, una testimone avrebbe visto Dassilva allontanarsi in auto da via del Ciclamino, contrariamente a quanto dichiarato dall’indagato.