Rimini80, nuovo omaggio a Tondelli: dallo Slego alla new wave, quando la città era libertà e creatività
"Gli anni '80 hanno costruito l'identità di Rimini", spiega l'assessore Lari.
Ha inaugurato giovedì 30 ottobre, nell’ala nuova del Museo della Città, "Rimini 80. Viaggio nell'immaginario metropolitano della Rimini di Tondelli", mostra curata da Fabio Bruschi che si propone di raccontare gli anni in cui la città smette di essere solo palcoscenico balneare per diventare laboratorio culturale e soprattutto specchio di una nuova Italia. "Abbiamo omaggiato un intero periodo, un mondo evocato da Tondelli nella sua opera letteraria. Rimini non era solo la città di Rimini: ma tutta la costa Adriatica, dai lidi ferraresi a Cattolica. Una striscia che avevano ripreso il loro posto nel mondo contemporaneo", spiega Alessandro Giovanardi, direttore del Museo della città, presente all'inaugurazione, al microfono di Valentino Berti. "Noi come amministrazione comunale abbiamo sempre considerato il valore della memoria, in questo caso degli anni '80, che hanno costruito l'identità di Rimini nell'immaginario collettivo", spiega l'assessore Michele Lari.
Ad accogliere i visitatori in una mostra attraversata dalla musica oltre che dalle immagini è il paesaggio sonoro creato per l’occasione da Leonardo Militi, pianista autodidatta e compositore, autore del progetto musicale dal titolo Tela non Toccare: un esperimento in cui alcuni ‘capisaldi’ della discografia tondelliana quali Bronski Beat, Ultravox, Echo & The Bunnymen, Soft Cell, Cure, Battiato sono stati “tradotti” da Chat GPT “generando qualcosa di diabolicamente in vitro e formalmente no copyright. È stato come quando mi gingillavo con la Roland 707, quarant’anni fa: sentivo cose nuove e incredibili senza fatica. Mi piacevano, le ascoltavo e le facevo ascoltare. Qui è lo stesso, forse ancora di più. Come si dice? “L’operazione è perfettamente riuscita: il musicista è morto”. Un modo per esplorare, senza vincoli di stile o genere, orizzonti acustici ed elettronici in un presente tecnologico tanto spettacolare quanto aberrante.
La mostra Rimini80 non è solo una raccolta di ricordi, ma un vero e proprio viaggio attraverso manifesti, cataloghi, fotografie, reportage, bozzetti e memorie visive che ci raccontano gli anni in cui Rimini fu in grado di diventare un crocevia di libertà e creatività.
Tanti i materiali molti dei quali inediti esposti su tutto il secondo piano dell’ala nuova del Museo, tra i tanti: il servizio fotografico di Oliviero Toscani al Grand Hotel (1982) – per cui si ringraziano Odilla Casali, titolare delle immagini e Manuela Fabbri, che allora lavorò con Toscani al progetto - l’audio originale della prima presentazione di “Rimini” a Correggio di Pier Vittorio Tondelli (1985), le parate del Teatro Valdoca (1980), i flyer new wave di Castelvetro, Sirotti, Garattoni e Tonti, le fotografie di Stefano Ferroni dell’Estate culturale riminese (1980), i concerti rock alla Serie fotografica “Sacchi a pelo” di Minghini, Paritani e Foto Riccione, le immagini storiche della visita di Enrico Berlinguer alla Galleria dell’Immagine (1980) e di Palmiro Togliatti che inaugura a Viserba la Sala Sirenetta (1957), spazio che poi diventerò lo ‘Slego’.
L’esposizione si inserisce nel progetto “Rimini 80”, il cartellone di eventi che, a quarant’anni dalla pubblicazione del romanzo Rimini di Pier Vittorio Tondelli, ha attraversato la programmazione culturale della città con l’intento di riflettere sul rapporto tra identità urbana, cultura e rappresentazione.
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