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Rogo ravennate: nipote accusato anche di omicidio

E’ stato accusato anche di duplice omicidio volontario aggravato dal grado di parentela, oltre che di incendio doloso, Stefano Ciamei, il trentaquattrenne arrestato ieri dai carabinieri per il rogo di...

A cura di Redazione
10 aprile 2010 13:37
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E’ stato accusato anche di duplice omicidio volontario aggravato dal grado di parentela, oltre che di incendio doloso, Stefano Ciamei, il trentaquattrenne arrestato ieri dai carabinieri per il rogo di una palazzina di CastelBolognese (Ravenna) in cui, la notte dell’8 dicembre scorso, morirono suo nonno Aureliano Borzatta di 84 anni e la compagna Maria Bellini di 81. Ieri, in esecuzione a un’ordinanza del gip del tribunale di Ravenna, l’uomo (che è difeso dall’avvocato Carlo Benini) era stato bloccato dai carabinieri di Castel Bolognese all’uscita dell’ospedale di Faenza, nel quale era stato trasferito dopo un periodo di ricovero al Bufalini di Cesena. Il giudice ha emesso la misura restrittiva solo per l’ipotesi di reato di incendio doloso ed è per questo che l’arrestato non è finito in carcere ma si trova ai domiciliari in una casa di cura della zona. Secondo quanto ricostruito finora, quella notte Ciamei (che viveva nello stesso stabile al primo piano) avrebbe manomesso i tubi del gas provocando l’esplosione mortale. L’intento potrebbe essere quello di un suicidio anche se al momento le indagini, coordinate dal pm Roberto Ceroni, non escludono nemmeno la pista del suicidio-omicidio. Nello scoppio la parete che separava la camera delle vittime dall’appartamento del nipote è crollata sul letto dei due, spostandolo di un paio di metri. Gli anziani sono morti per asfissia, mentre Ciamei è sopravvissuto perché una trave gli è finita addosso proteggendolo dalle macerie.

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