Romagna: redditi in crescita ma Rimini resta fanalino di coda
l turismo non basta: salari bassi e lavoro precario frenano la ripresa. La Cisl chiede politiche mirate per il rilancio del territorio

Secondo il report 2025 dell’Osservatorio Cisl Romagna, basato su dati del Mef, i redditi in Romagna sono in crescita, ma le disuguaglianze restano marcate. A Rimini, in particolare, la ripresa è più lenta rispetto ad altre province romagnole. Con un reddito medio di 20.248 euro, la provincia si conferma ultima in Emilia-Romagna, nonostante un aumento del 5% rispetto all’anno precedente.
Il ritardo riminese è legato a una struttura economica sbilanciata sul settore turistico e stagionale, con lavoro spesso precario e poco retribuito. Il 40% dei contribuenti dichiara meno di 15.000 euro, una quota nettamente superiore alla media regionale.
Francesco Marinelli, Segretario Generale della Cisl Romagna, sottolinea la necessità di una nuova stagione di politiche territoriali: “Il turismo da solo non basta. A Rimini serve una strategia che punti su qualità del lavoro, stabilità e formazione, specialmente nei servizi”.
La Cisl propone investimenti nelle aree interne, incentivi per lavoro giovanile e femminile, smart working nei piccoli comuni e una riforma della contrattazione territoriale per integrare salario, welfare e tempi di vita.
“La Romagna ha energie per crescere – conclude Marinelli – ma dobbiamo trasformare la ripresa in equità reale, soprattutto dove la fragilità è più evidente, come a Rimini”.