Sciopero generale a Rimini: corteo e manifestazione
CGIL chiama cittadini e lavoratori in piazza contro la Legge di Bilancio
Venerdì 12 dicembre 2025 CGIL promuove uno sciopero generale di 24 ore anche a Rimini, con corteo e manifestazione davanti alla Prefettura, per protestare contro la Legge di Bilancio ritenuta ingiusta per lavoratori, pensionati e famiglie. La mobilitazione intende denunciare disuguaglianze crescenti, salari e pensioni troppo bassi, precarietà, emergenza abitativa e tagli a sanità e istruzione, proponendo soluzioni concrete come il blocco dell’aumento dell’età pensionabile, il rafforzamento dei servizi pubblici e una riforma fiscale più equa. Lo sciopero coinvolge cittadini, lavoratori e pensionati locali, richiamando l’attenzione sulle difficoltà economiche e sociali della provincia di Rimini.
La nota stampa di Cgil Rimini
Venerdì 12 dicembre 2025, anche in provincia di Rimini, CGIL promuove uno sciopero generale di 24 ore contro una Legge di Bilancio considerata profondamente ingiusta nei confronti dei lavoratori, dei pensionati e delle famiglie. La protesta, che coinvolge l’intero Paese, intende porre nell’agenda del Governo l’attenzione sulle disuguaglianze crescenti e sulle difficoltà che continuano a colpire il tessuto sociale ed economico locale.
In concomitanza con lo sciopero generale, è prevista a Rimini una manifestazione con corteo che partirà alle ore 9.30 da piazzale Cesare Battisti (Stazione ferroviaria), con comizio finale davanti al palazzo della Prefettura in via IV novembre. L’iniziativa è aperta a lavoratrici, lavoratori, pensionati e cittadini che vogliono con la loro presenza sostenere le rivendicazioni di CGIL, come l’aumento dei salari e delle pensioni, blocco dell’innalzamento dell’età pensionabile, investimenti in sanità e istruzione, contrasto alla precarietà e riforma fiscale equa e progressiva.
La situazione economica riminese rende queste richieste ancora più urgenti. Secondo i dati IRES 2024, pur registrando una disoccupazione in calo al 4,7% e una crescita dell’occupazione del 6,3%, la qualità del lavoro peggiora: solo un terzo dei lavoratori ha un contratto a tempo indeterminato e a tempo pieno, mentre le retribuzioni medie restano ferme a 17.809 euro lordi annui, le più basse dell’Emilia-Romagna, e non riescono a seguire l’andamento dell’inflazione. Il potere d’acquisto delle famiglie si riduce costantemente, e il reddito medio imponibile rimane sotto i 20.000 euro.
Anche le pensioni evidenziano criticità significative: l’età media di uscita dal lavoro è di 63 anni e 7 mesi, la più alta dell’Emilia-Romagna, e quasi il 30% dei pensionati percepisce meno di 1.000 euro al mese, con le donne penalizzate da un divario salariale che varia tra il 27% e il 30%. Il fiscal drag ha aggravato ulteriormente la situazione: negli ultimi tre anni, lavoratori e pensionati hanno versato 25 miliardi di euro in più di tasse, senza che questi fondi siano stati destinati a servizi essenziali come sanità, istruzione o assistenza sociale.
Sul fronte della sanità, il quadro locale riflette le criticità nazionali: sempre più famiglie rinunciano alle cure e la spesa sanitaria privata continua a gravare pesantemente sui bilanci domestici. Con la Legge di Bilancio 2025, il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale scenderà sotto il 6% del PIL entro il 2028, ai livelli più bassi degli ultimi decenni. La precarietà nel lavoro aumenta, con contratti brevi, part-time involontari e collaborazioni discontinue, mentre l’emergenza abitativa continua a pesare: oltre 5.000 famiglie riminesi sono senza sostegno per l’affitto e circa 3.000 persone attendono una casa a canone calmierato o popolare.
La Legge di Bilancio conferma e peggiora inoltre la riforma Fornero, innalzando l’età pensionabile e cancellando qualsiasi forma di flessibilità, con un impatto particolarmente pesante su lavoratrici con carriere discontinue e sulle donne, già svantaggiate da un tasso di occupazione più basso e da un significativo divario salariale.
Lo sciopero del 12 dicembre rappresenta quindi non solo una protesta, ma anche una proposta concreta per il cambiamento. CGIL chiede di restituire il fiscal drag, bloccare l’aumento dell’età pensionabile, introdurre pensioni di garanzia per i giovani, rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale e avviare un piano straordinario di stabilizzazioni nel settore pubblico. Per finanziare queste misure, si propone di tassare grandi patrimoni, combattere l’evasione fiscale e interrompere la corsa al riarmo, destinando risorse a sanità, istruzione, casa e transizione ecologica.
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