Sciopero in Israele, tensioni e arresti. Israele escluso dalla Fiera del Levante di Bari
Secondo fonti locali, il bilancio delle vittime a Gaza City nella sola giornata di oggi è di almeno 29 morti

Giornata di forte tensione in Israele, dove lo sciopero generale proclamato dal Forum delle famiglie degli ostaggi ha portato in piazza decine di migliaia di persone. Scontri, arresti e blocchi stradali hanno caratterizzato la mobilitazione, che ha coinvolto anche Gerusalemme e le principali arterie del Paese.
Le famiglie degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas hanno chiesto a gran voce un accordo immediato per il loro rilascio, accusando il governo di “inganni e promesse mancate”. Dura la replica del premier Benjamin Netanyahu: “Chi manifesta in questo modo non fa altro che aiutare Hamas a compiere nuovi orrori”.
Secondo fonti locali, il bilancio delle vittime a Gaza City nella sola giornata di oggi è di almeno 29 morti.
Bari e la Fiera del Levante: Israele escluso
Le conseguenze del conflitto arrivano fino in Italia. La Fiera del Levante di Bari, storica vetrina economica e culturale del Mediterraneo, ha deciso di non ammettere Israele tra i Paesi espositori. Una scelta maturata in un clima di polemiche internazionali e che sottolinea l’impatto della guerra anche sugli scambi e sulla cooperazione economica.
Per Bari, città ponte tra Europa e Medio Oriente, l’assenza di Israele rappresenta un segnale politico forte, ma anche una perdita in termini di confronto commerciale. La Fiera, che da decenni promuove il dialogo fra i popoli del Mediterraneo, si trova così inevitabilmente coinvolta in una vicenda che intreccia diplomazia, economia e diritti umani.
Il contesto internazionale
Mentre in Israele continua l’ondata di proteste e cresce la pressione sul governo, la decisione barese assume un valore simbolico: l’esclusione di Israele dalla Fiera del Levante mostra come il conflitto stia generando conseguenze non solo sul piano militare e umanitario, ma anche su quello delle relazioni economiche internazionali.