Si invaghisce della figlia minore della sua compagna: condannato per tentata violenza sessuale
Accusato di essersi invaghito della figlia minore della compagna: condannato con rito abbreviato per tentata violenza sessuale, risarcimento di 10.000 euro
Un 30enne sudamericano, residente a Rimini, è stato condannato in rito abbreviato a 2 anni e 4 mesi di reclusione, e a una risarcimento di 10.000 euro, per tentata violenza sessuale a danno di una minore, che aveva 13 anni all’epoca dei fatti, il febbraio 2020.
Secondo l’accusa si era invaghito della ragazzina, oggi 17enne, la figlia della sua compagna dell’epoca. Ad allertare le forze dell’ordine fu il padre della ragazzina, il precedente compagno della donna, che successivamente si era legata all’imputato.
Fu l’uomo dunque a scoprire le chat sul telefono della figlia: il giovane di nazionalità sudamericana l’aveva invitata al suo appartamento, in un residence di Rimini, dicendo di volerla vedere da sola. Lei si era presentata all’appuntamento ed era stata ritrovata poi dal padre, avvisato da un insegnante che gli segnalò l’assenza della ragazzina da scuola, mentre passeggiava sul lungomare. La visita ginecologica aveva escluso rapporti sessuali, ma quei messaggi letti sullo smartphone hanno portato alla denuncia e all’apertura di un fascicolo di indagine.
Inizialmente era stata disposta archiviazione, ma la famiglia, costituitasi parte civile con l’avvocata Linda Andreani, aveva fatto opposizione.
La legale dell’imputato, l’avvocata Sonia Giulianelli, nella sua tesi difensiva ha sottolineato che da parte del 30enne non c’era alcun intenzione di compiere atti sessuali e che da parte sua c’era solo affetto per la ragazzina. Una perizia, da parte del consulente nominato dalla Procura, aveva accertato l’atteggiamento infantile del 30enne, che ha rischiato una condanna più pesante: il sostituto procuratore Davide Ercolani, che ha coordinato le indagini della Squadra Mobile, ha infatti chiesto pena a 3 anni e 6 mesi di reclusione.
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