Trump valuta l’invio dei Tomahawk in Ucraina, Putin ignora l’ultimatum
Kallas accusa Mosca di uso di armi chimiche

L’ex presidente statunitense Donald Trump starebbe valutando la possibilità di autorizzare l’invio di missili offensivi Tomahawk all’Ucraina, dopo aver dato il via libera ai sistemi di difesa aerea Patriot. Lo riferiscono il Washington Post e il Financial Times, citando fonti a conoscenza delle discussioni riservate con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Durante una delle conversazioni tra i due leader, Trump avrebbe chiesto provocatoriamente: «Perché non avete ancora colpito Mosca e San Pietroburgo?». Tuttavia, la Casa Bianca ha precisato che si è trattato di una domanda retorica e non di un’esortazione ad agire in quel senso: «Era una domanda, non un incoraggiamento a farlo», ha specificato un portavoce.
In un'intervista alla BBC, Trump ha confermato la sua delusione nei confronti del presidente russo Vladimir Putin, pur sottolineando che non ha ancora “chiuso del tutto” la porta al dialogo con Mosca.
Putin tira dritto
Nel frattempo, il Cremlino sembra ignorare l’ultimatum internazionale di 50 giorni per fermare le ostilità in Ucraina. Anzi, secondo quanto riportato da tre fonti vicine al governo russo e citate dalla Reuters, Putin sarebbe intenzionato ad ampliare ulteriormente l’offensiva, convinto che l’Occidente finirà per accettare le condizioni imposte da Mosca per una trattativa di pace.
L’accusa di Kallas: “Armi chimiche usate dalla Russia”
A gettare ulteriore benzina sul fuoco è la premier estone Kaja Kallas, che ha accusato la Russia di aver impiegato armi chimiche contro le truppe ucraine. Secondo la leader baltica, si registrerebbero oltre 9.000 casi documentati dall’inizio dell’invasione nel 2022. Le accuse non sono state ancora confermate da organismi internazionali indipendenti, ma hanno già suscitato forti reazioni a Bruxelles e a New York.
Nel frattempo, l’Unione Europea fatica a trovare l’unanimità sul nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia. La Slovenia, infatti, ha bloccato momentaneamente l’approvazione delle misure, chiedendo ulteriori garanzie sulla protezione dei propri interessi economici e sull’efficacia delle sanzioni nel contrastare l’aggressione russa.