Ucciso a coltellate a Collegno: il fermato confessa l'omicidio di Marco Veronese

Durante l’interrogatorio, l’uomo ha ammesso le proprie responsabilità, sostenendo però di non aver premeditato l’omicidio

A cura di Redazione Redazione
04 novembre 2025 16:47
Ucciso a coltellate a Collegno: il fermato confessa l'omicidio di Marco Veronese - Marco Veronese
Marco Veronese
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Ha confessato il quarantenne fermato per l’omicidio di Marco Veronese, l’imprenditore di 39 anni ucciso nella notte tra il 22 e il 23 ottobre a Collegno, alle porte di Torino. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo, legato sentimentalmente all’ex compagna della vittima, sarebbe arrivato sul luogo del delitto a bordo di un’auto, il cui percorso è stato tracciato grazie alle immagini di centinaia di telecamere di videosorveglianza, pubbliche e private. L’incrocio dei filmati con i dati dei tabulati telefonici e delle celle lungo il tragitto ha permesso di individuarlo con precisione.

L’omicidio si è consumato intorno all’1.30 di notte in via Sabotino, all’angolo con corso Francia. Secondo una testimone oculare, un uomo incappucciato avrebbe aggredito Veronese colpendolo con un coltello più di dieci volte, provocandone la morte sul posto.

Marco Veronese era titolare di una ditta specializzata in sistemi di allarme e videosorveglianza. Dopo la separazione, viveva nella casa dei genitori, proprio a pochi metri dal luogo dove è stato ucciso.

Dalle indagini è emerso che il delitto potrebbe avere come sfondo i contrasti familiari tra la vittima e l’ex compagna, legati in particolare all’affidamento dei figli. Il presunto assassino, secondo quanto riferito dalla Procura di Torino, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, si sarebbe inserito nella disputa e avrebbe atteso Veronese nei pressi dell’abitazione per un confronto.

Durante l’interrogatorio, l’uomo ha ammesso le proprie responsabilità, sostenendo però di non aver premeditato l’omicidio. Ha dichiarato di voler solo chiarire alcuni aspetti della vicenda familiare. I due, stando a quanto si apprende, non si erano mai incontrati prima di quella notte. L’arma del delitto non è stata ancora rinvenuta: gli investigatori ritengono che il quarantenne sia riuscito a disfarsene subito dopo l’aggressione.

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