Un convegno sugli appalti dei servizi alla persona
Negli appalti pubblici, in particolare quelli dei servizi alla persona in campo socio-assistenziale, sanitario ed educativo, una particolare attenzione va posta al rispetto delle norme in materia di l...

Negli appalti pubblici, in particolare quelli dei servizi alla persona in campo socio-assistenziale, sanitario ed educativo, una particolare attenzione va posta al rispetto delle norme in materia di lavoro, retribuzioni, sicurezza e tutela della salute. Dal momento che molti di questi appalti sono affidati a cooperative sociali, per informare e fornire spunti di riflessione e di dibattito l’Osservatorio provinciale cooperative sociali organizza per mercoledì 12 marzo un convegno, dal titolo “Gli appalti dei servizi alla persona” che si terrà dalle 9.30 alle 13 nella sala Marvelli della sede della Provincia in via Dario Campana 64 a Rimini.
L’Osservatorio di Rimini, istituito con delibera di giunta provinciale, è attivo dal 2004. È composto da rappresentanti di Provincia, Direzione provinciale del lavoro, Direzione provinciale Inps, Direzione provinciale Inail, Legacoop, Legacoopsociale, Confcooperative, Federsolidarietà, Cgil, Cils e Uil, che si riuniscono a cadenza mensile.
Ha come finalità fornire un servizio di consulenza e assistenza gratuite ai soggetti, pubblici e privati, che desiderano ottenere pareri, informazioni o aiuto per la stesura o la verifica di bandi e appalti. Il parere positivo rilasciato dall’Osservatorio è per l’ente che ne fa richiesta, garanzia di correttezza dell’operato, rispetto della normativa, tutela dei lavoratori e qualità dei servizi. Altro compito dell’Osservatorio è il monitoraggio delle cooperative sociali iscritte all’albo regionale sezione provinciale di Rimini, allo scopo di effettuare studi e raccolte dati sul settore e le sue evoluzioni, nonché di esaminare gli sviluppi occupazionali nel campo delle cooperative sociali.
“Le cooperative sociali – dichiara l’assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Rimini Fabrizio Piccioni, che aprirà il convegno del 12 marzo – svolgono un ruolo prezioso sia per i servizi alle persone con difficoltà, sia per l’occupazione delle fasce più deboli della popolazione, in particolare delle disabilità più gravi. È quindi un dovere delle amministrazioni e del territorio in generale favorire la loro attività lavorativa e il coinvolgimento nell’espletamento dei servizi locali”.
All’intervento dell’assessore seguirà quello dell’attuale presidente dell’Osservatorio, Livia Rosaria Staffiere, ispettrice della Direzione provinciale del lavoro. Nadia Lodi, coordinatore del Servizio acquisti, economale e logistica dell’Azienda Usl di Modena introdurrà il tema degli appalti di servizi alla persona. “Il passaggio da subappalti di manodopera ad appalti di servizi completi” sarà invece l’intervento di Dino Terenziani, responsabile settore servizi di Legacoop Reggio-Emilia seguito da “La tutela delle condizioni di lavoro e dei diritti contrattuali” di Rita Soccorsi, segretaria regionale di funzione pubblica della Cgil. Mario Ansaloni, del servizio programmazione e sviluppo del sistema dei servizi sociali e terzo settore della regione Emilia-Romagna, illustrerà le nuove funzioni degli Osservatori provinciali. In chiusura verrà portata l’esperienza del Comune di Rimini, presentata da
Bruno Borghini, dirigente servizi educativi assessorato Protezione Sociale e Luciana Mari, istruttore direttivo Ufficio contratti gare d’appalto.
Dal report prodotto dall’Osservatorio relativo al 2007 si rileva che, al 31 dicembre, le cooperative sociali attive nella provincia di Rimini e iscritte all’albo sono 77, di cui 41 di tipo A, 25 di tipo B, 8 miste (A e B) e 3 Consorzi. Più del 50 per cento delle imprese e degli addetti in esse impiegati opera nell’ambito delle cooperative sociali di tipo A, ossia quelle che gestiscono servizi socio-assistenziali ed educativi (centri di aggregazione per ragazzi, case di riposo per anziani, case famiglia, centri riabilitativi e di reinserimento sociale, centri diurni per persone disabili, asili nido, ecc.). Seguono, per numero e addetti, le cooperative sociali di tipo B, ossia quelle che possono svolgere qualsiasi attività produttiva (artigianale, industriale, agricola o di servizi) purchè finalizzata all’inserimento lavorativo di persone socialmente svantaggiate (disabili fisici e psichici, persone in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti, alcolisti, minori in età lavorativa in situazione di difficoltà familiare, i condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione, ecc). In minima percentuale sono presenti sul territorio provinciale le cooperative miste, che possiedono entrambi i caratteri delle cooperative A e B e i Consorzi.