Veleno nel cibo del marito, accuse e dubbi nel processo della donna
La difesa chiede prove nel caso di avvelenamento
Una 46enne di origine moldava è al centro di un caso giudiziario complesso, accusata di aver avvelenato suo marito, un 54enne albanese da anni residente a Rimini, con veleno per topi inserito nei pasti. (Vedi notizia).
Dopo vari segnali di malessere e un ricovero ospedaliero, le indagini della polizia portano alla scoperta di una fiala contenente la sostanza letale nel cassetto della biancheria della donna. La difesa afferma che non ci sono prove sufficienti a dimostrare che il veleno avrebbe potuto uccidere l’uomo. Il processo si concentra quindi sulle prove tossicologiche, con esperti chiamati a valutare l’effettiva pericolosità del veleno.
L’avvocato difensore ha richiesto un rito abbreviato, subordinato all’audizione di un consulente legale. L’udienza è stata rinviata per permettere ulteriori indagini. Nel frattempo, la coppia ha intrapreso le pratiche di separazione, e la donna è soggetta a restrizioni giudiziarie, avendo trascorso un periodo agli arresti domiciliari.
14.0°