Von der Leyen salva la Commissione, ma l’Europa è più fragile
Superata la mozione di sfiducia con 360 voti contrari, ma la maggioranza perde consensi

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha superato la mozione di sfiducia presentata all’Eurocamera, ma l’esito del voto rivela segnali di indebolimento politico proprio mentre l’Unione Europea si prepara alla fase finale dei negoziati con gli Stati Uniti sulle tariffe commerciali.
La mozione, proposta dall’eurodeputato rumeno Piperea del gruppo Ecr (Conservatori e Riformisti europei), è stata respinta con 360 voti contrari, 175 favorevoli e 18 astenuti. Tuttavia, il dato politico più rilevante è l’erosione della maggioranza: la cosiddetta “maggioranza Ursula” perde infatti dieci voti rispetto ai 370 raccolti al momento dell’insediamento della Commissione, a fine 2024.
Da segnalare che Fratelli d’Italia e gran parte dei Conservatori europei si sono sfilati dal voto, dichiarando: «Non è la nostra battaglia». Al contrario, Lega e Movimento 5 Stelle hanno votato a favore della sfiducia.
Questo segnale di debolezza politica arriva in un momento cruciale per Bruxelles. Secondo fonti interne all’Unione, i colloqui con Washington sui dazi sono entrati nella “fase finale” e un’intesa potrebbe essere formalizzata entro pochi giorni. L’obiettivo è evitare una nuova escalation commerciale tra le due sponde dell’Atlantico, in particolare su acciaio, alluminio e settori tecnologici strategici.
La stessa von der Leyen, pur ribadendo l’impegno al dialogo, ha lanciato un monito: «Il rapporto Ue-USA potrebbe non tornare più quello di prima». Una frase che riflette tanto la complessità delle trattative quanto la consapevolezza di un’Europa meno coesa di fronte a sfide globali sempre più complesse.