45 anni dalla strage di Bologna: Anpi denuncia decenni di depistaggi. Mastelloni: "Individuare la strategia d’Oltreoceano"
La commemorazione riaccende il dibattito sulla matrice fascista, i depistaggi e le ombre internazionali

A quarantacinque anni dalla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, l’Anpi e il mondo della sinistra tornano a ricordare le 85 vittime sottolineando quella che definiscono la “matrice fascista” dell’attentato, confermata definitivamente dalla Corte di Cassazione. “Dopo decenni di rimozioni, omissioni e depistaggi, la verità giudiziaria è stata raggiunta, ma restano molte ombre”, afferma l’associazione dei partigiani.
Secondo l’Anpi, nella strage furono coinvolti non solo esponenti dell’Msi, ma anche settori deviati dei servizi segreti e la loggia P2. “Nel programma della P2 era previsto il controllo della magistratura tramite la separazione delle carriere, un tema oggi al centro della riforma della giustizia”, si legge in una nota. L’associazione ha inoltre sottolineato che, con la recente legge sulla sicurezza, i servizi segreti godrebbero oggi di una “sconcertante impunità”.
Sul fronte politico, le dichiarazioni hanno acceso la polemica. Stefano Lisei (Forza Italia) ha parlato di “calunnie della sinistra per attaccare il Governo”, criticando l’uso della commemorazione come terreno di scontro politico.
L’ex giudice istruttore Carlo Mastelloni, che per anni ha seguito le indagini, riconosce i progressi fatti nell’accertamento delle responsabilità individuali ma invita a non fermarsi: “Manca da capire quale ente abbia originato il delitto e la strategia oppressiva che lo ha generato. Questo nodo, secondo me, va ricercato Oltreoceano”.
La commemorazione di Bologna, come ogni anno, si conferma non solo un momento di memoria, ma anche un’occasione per ribadire la richiesta di piena verità e giustizia su una delle pagine più drammatiche della storia repubblicana.