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600.000 euro per lavori mai avviati all'ex hotel: assolta la famiglia Paesani

La somma era stata sequestrata: secondo la Procura, era una truffa e non c'era intenzione, da parte dei Paesani, di avviare la riqualificazione dell'hotel

A cura di Redazione
10 giugno 2025 16:24
600.000 euro per lavori mai avviati all'ex hotel: assolta la famiglia Paesani -
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Questa mattina (martedì 10 giugno) i noti imprenditori Lucio e Claudio Paesani, nonché il padre Luciano, sono stati assolti, perché il fatto non sussiste, dall'accusa di truffa aggravata. La famiglia Paesani, difesa dagli avvocati Paolo Righi e Mariano Rossetti, era a processo per un finanziamento ricevuto di 600.000 euro, finalizzato alla ristrutturazione di un loro albergo, l'hotel Vasco, che per decenni è stato sede degli alloggi di servizio della Questura di Rimini.

Secondo la Procura, gli imprenditori non erano mai stati intenzionati a realizzare i lavori di riqualificazione, adducendo poi la pandemia da Sars-CoV2 come scusa per non attuare il progetto. Per questo sono state chieste in aula condanne di 2 anni di reclusione per ciascun imputato, oltre che una sanzione elevata per la società facente capo agli stessi, denominata "Acquachiara"

Un hotel in stile Ibiza: il progetto naufragato per l'hotel Vasco

L'idea di ristrutturare l'hotel Vasco era nata qualche anno fa e si era concretizzata nel settembre 2019 con la richiesta di un finanziamento, concesso il 26 febbraio 2020 dal Monte dei Paschi di Siena, filiale di Rimini, con la garanzia statale di Mediocredito. L'idea dei Paesani era quella di realizzare un hotel di lusso stile Ibiza, con resort Coconuts e un museo all'interno. Per questo erano stati acquistati alcuni mobili dalla società titolare del Coconuts, di Lucio Paesani. Ma il progetto si era interrotto a causa della pandemia da Covid: ci furono alcune conferenze in videochiamata con i tecnici di Ausl e del Comune, ma poi la progettazione non fu avviata. 

Nel novembre 2022 la Finanza dispose il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, del finanziamento, ritenendo che i Paesani avessero elaborato una vera e propria truffa a danno dello stato. Un'accusa respinta fermamente in sede processuale: la difesa ha sottolineato che tutte le operazioni erano state fatte alla luce del sole, dando in garanzia immobili del valore complessivo di 1 milione. Il denaro del finanziamento era stato lasciato nel conto corrente e inoltre era già iniziata la restituzione con le rate: oggi già più della metà dei 600.000 euro, somma sbloccata al termine del processo, è stata restituita. D'altro canto né Mediocredito né Montepaschi di Siena hanno mai avanzato contestazioni ai finanziati. 

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